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Atala-René - François-René de Chateaubriand - copertina
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Descrizione


Introduzione e traduzione di Bruno Nacci. Una Louisiana di lussureggiante bellezza percorsa dal maestoso Mississippi fa da scenario a questi due brevi romanzi che Chateaubriand aveva concepito in origine come episodi dell'epopea indiana dei Natchez e volle poi includere neIl genio del cristianesimo prima di darli alle stampe come testi autonomi. Atala (1801) racconta l'infelice e sventurato amore di Chactas, un giovane indigeno, per la figlia di uno spagnolo e di un'indiana convertitasi al cristianesimo.René (1805), sorta di autobiografia romanzata dell'autore, dipinge la malinconia delle passioni di un giovane francese che, in fuga dall'Europa e da un tormentoso passato, va in cerca di sé stesso nelle selvagge colonie americane e viene adottato da un indigeno. Nutriti dal gusto settecentesco per l'esotismo e dagli echi rousseauiani del mito del «buon selvaggio», i due racconti intrecciano un sentimentalismo idilliaco a vaghe seduzioni religiose e, soprattutto nella figura di René, anticipano la sensibilità acuta e malata dell'eroe romantico in cui si riconoscerà un'intera generazione di scrittori, da Sainte-Beuve a Lamartine.
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Dettagli

11
2006
Tascabile
15 giugno 2006
160 p., Brossura
9788811363927

Valutazioni e recensioni

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Cristiano Cant
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Se il cuore capisse tutto forse le arti non avrebbero senso, presa, legislazione. Si crea in definitiva perché si avverte qualcosa ma se ne rincorre l'intero, perché uno stranissimo prurito nella mente chiama a magnifiche sfide, perché seduzioni, inganni e aperte curiosità del cuore spianano la strada, come nuovi sentieri, alle ruote del pensiero. Ceto si può anche dare il contrario, solo il genio lo sa: "Chi perde o guadagna di più fra chi, selvaggio, si civilizza e chi, civilizzato, si è fatto selvaggio?". Su questo inceppo di sensazioni e rincorse si muovono queste pagine, nelle quali due studi di carattere, due volti della stessa anima tentano di guardarsi davvero nelle pieghe più buie della loro coscienza. Nel primo attraverso l'assoluto di un voto, una promessa che nessuna rivoluzione può scardinare, fin'anche il più alto fuoco dell'amore. Nell'altro dentro un'eterna inadeguatezza al vivere che nessun viaggio, nessuna scoperta e nessun vento nuovo potrebbero smuovere mai. Da ciò che più ferocemente sanguina in ciò che siamo, sostanza inscalfibile, non si esce: "Il nostro cuore è uno strumento imperfetto, una lira dove mancano delle corde e su cui siamo costretti a rendere l'accento della gioia sulla tonalità consacrata ai sospiri". E' il poeta che, dal teatro esiliato del proprio sentire, canta la durissima pena del "dover rimpicciolire la propria vita per renderla assimilabile alla società" sapendo però anche quanto fortunati siano "quelli che hanno terminato il loro viaggio senza aver lasciato il porto". Un restare se stessi, fedeli a un giuramento che libera, come fa Atala (ma che finisce per imprigionare chi si incontra) e dall'altra un voler conoscere, capire, ma senza mai evadere da quegli spalti inquieti che sono le contraddizioni: "Il dolore non è, come il piacere, un sentimento che si esaurisce". Due laghi gonfiati dalle piogge, e una forza romantica che li increspa e li tormenta in pagine di luce e bellezza stupenda.

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Hyeronimus52
Recensioni: 2/5

La giovanissima Atala, figlia di un capo indiano della feroce tribù dei Muscogulgi, ha votato la sua vita alla purezza e alla verginità giurandolo alla madre morente in presenza di un religioso cattolico: ma l'incontro con il giovane guerriero Chactas fa vacillare il suo giuramento e per un attimo si illude di poter realizzare il suo sogno d'amore e venir meno al patto... Questo racconto di Chateaubriand, ridondante di pessimismo e di tragedia, così come il successivo René, racconto autobiografico di un giovane europeo che approda nel Nuovo Mondo per dare un senso alla sua vita, non mi hanno molto coinvolto durante la lettura, lasciandomi piuttosto freddo anche nel giudizio

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Riccardo
Recensioni: 5/5

Due piccoli grandi monumenti di Chateaubriand: "Atala" racconto d'intensità ragguardevole e grande bazar di topoi di carattere esotico che verranno utilizzati da tanti scrittori successivi; "René" altro monumento, ma sicuramente meno interessante per il lettore moderno.

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(Saint-Malo 1768 - Parigi 1848) scrittore francese. Nato da nobile famiglia bretone, venne avviato alla carriera militare. A Parigi fu testimone dei primi eventi rivoluzionari. Nel 1791 compì un viaggio nel Nordamerica e al ritorno in patria si unì alle forze controrivoluzionarie per riparare quindi in Inghilterra, dove visse esule dal 1793 al 1800. Pubblicò a Londra il Saggio storico sulle rivoluzioni (Essai historique sur les révolutions, 1797), influenzato dallo spirito filosofico del sec. XVIII ma non senza tracce di un’inquietudine religiosa che poco tempo dopo, nei giorni della crisi spirituale seguita alla morte della madre e della sorella, lo condusse a riabbracciare la perduta fede dell’infanzia. L’opera successiva, Il genio del cristianesimo (Le génie du christianisme, 1802), iniziata...

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