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Dettagli

2017
14 settembre 2017
208 p., Brossura
9788845932014

Descrizione

Vincitore Premio Malaparte 2017

Atti umani è il coro polifonico dei vivi e dei morti di una carneficina mai veramente narrata in Occidente.

Una palestra comunale, decine di cadaveri che saturano l’aria di un «orribile tanfo putrido». Siamo a Gwangju, in Corea del Sud, nel maggio 1980: dopo il colpo di Stato di Chun Doo-hwan, in tutto il paese vige la legge marziale. Quando i militari hanno aperto il fuoco su un corteo di protesta è iniziata l’insurrezione, seguita da brutali rappresaglie; Atti umani è il coro polifonico dei vivi e dei morti di una carneficina mai veramente narrata in Occidente. Conosciamo il quindicenne Dong-ho, alla ricerca di un amico scomparso; Eun-sook, la redattrice che ha assaggiato il «rullo inchiostratore» della censura e i «sette schiaffi» di un interrogatorio; l’anonimo prigioniero che ha avuto la sfortuna di sopravvivere; la giovane operaia calpestata a sangue da un poliziotto in borghese. Dopo il massacro, ancora anni di carcere, sevizie, delazioni, dinieghi; al volgere del millennio stentate aperture, parziali ammissioni, tardive commemorazioni. Han Kang, con il terso, spietato lirismo della sua scrittura, scruta tante vite dilaniate, racconta oggi l’indicibile, le laceranti dissonanze di un passato che si voleva cancellato.

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 4/5
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Recensioni: 5/5

Atti umani è un romanzo pieno di dolore, che indaga la fisiologia della sofferenza; un romanzo che racconta un frangente storico in cui nella moderna e “occidentale” Corea del Sud si è creato un vuoto, una sospensione dei diritti umani – di quelli riconosciuti dalle istituzioni internazionali, ma anche di quelli spontaneamente rivendicati dalla morale comune. Impunite, le forze dell’ordine si sono accanite su una popolazione in rivolta, torturando, uccidendo, ma anche umiliando la memoria degli scomparsi con crudeltà inumana. Atti umani indaga l’estremo con asciuttezza e senza compiacimenti, riportando i fatti alla loro nudità, nel tentativo di recuperare un pur minimo residuo umano attraverso la ricostruzione del semplice e atroce ordine delle cose.

Recensioni: 5/5

Un romanzo dove il dolore e la violenza sono narrati in maniera esplicita tramite una scrittura semplice e diretta ma che a tratti non disdegna il lirismo e soluzioni narrative coinvolgenti. Un capitolo è narrato in seconda persona e il ricorrente "tu" costringe il lettore a sostituirsi al protagonista nell'orrore di quel dramma. In un altro, l'io narrante è lo spirito di un ragazzino ormai morto che descrive la lenta separazione dal suo corpo abbandonato insieme ad altri innocenti in putrefazione in una fosse comune. Il dolore, la violenza, la complessità della psiche umana e degli atti umani e disumani che essa genera e subisce sono il fulcro di un romanzo con una forza narrativa che non trovavo da tempo.