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La trama sembra essere un passo biblico, visto il tema e la premessa, ma le considerazioni finali sono meno scontate di quanto si possa pensare. Lo stile è quello del Niven di "A volte ritorno", pieno ma non lezioso, crudo ma non sgradevole, coinvolgente e trascinante, i suoi vortici hanno sempre una repentina discesa ed uno scatto finale o di redenzione o, come in questo caso, di liberazione. Sul finale la tensione si scioglie e proprio in quel momento si fa strada il dubbio su chi sia davvero il "cattivo", facendoci ripensare a quelle che a volte sono le nostre considerazioni in ambito morale, in relazione al mondo "perfetto" che proviamo a costruire intorno a noi, spesso più gabbia di protezione che vero credo.
Un altro libro letteralmente divorato, letto in due giorni in maniera quasi febbrile. Niven si conferma un autore di assoluto genio, capace di una scrittura divertente, arguta, appassionante, ricca di verità seppellite sotto una coltre di humor inglese. Il tema del libro è il rapporto tra due amici e il rispettivo successo nella vita, attraverso una storia di aiuto, redenzione e discesa agli inferi. C'è amarezza, di fondo, c'è consapevolezza di come i privilegi di classe facciano la differenza e c'è soprattutto ottima scrittura. Niven è davvero il narratore inglese più interessante della sua generazione, degno erede di Coe e di Hornby. Freschissimo, divertente...ne vale la pena!