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Dettagli

2017
23 marzo 2017
216 p., Brossura
9788870912227

Descrizione

Scritto negli anni della Seconda guerra mondiale e ambientato in una corte rinascimentale italiana, “Il nano” è forse l'opera in cui più esplicitamente Lagerkvist si interroga sul presente: la guerra, la peste, gli avvelenamenti e i tradimenti narrati sono evidenti proiezioni delle tragedie di cui è testimone. Ma è soprattutto con l'inquietante figura del nano di corte che l'interrogativo si spinge fino in fondo, in un tentativo di capire perché periodicamente nella storia l'odio, l'indifferenza ai massacri, il trionfalismo bellico arrivino a prevalere su quei valori che rendono l'uomo umano. Il nano, che regge le fila dell'azione e attraverso il cui sguardo distorto veniamo a conoscenza di fatti e personaggi, incarna questa aberrazione, l'essere amputato della sua umanità fisica e spirituale che ubbidisce solo alla logica del potere. Disprezzando la corporeità in ogni sua manifestazione, dal cibo al desiderio, all'attaccamento alla vita, è nauseato dalla povertà, dalla malattia, dalla sporcizia dei profughi; privo di trascendenza, è cieco alla nostalgia dell'infinito, al dubbio e alle contraddizioni, alla gioia, all'arte e all'amore, scambiando per superiorità la propria limitatezza e per lucidità la propria mediocrità. Ma il nano non è che quella creatura “dal volto di scimmia che talvolta leva la testa, affiorando dai bassifondi dell'anima”, è il “sosia” del principe guardato con un cannocchiale capovolto. Sterili, i nani sono generati dagli uomini, “appartengono alla razza umana e non vi appartengono, ospiti di passaggio, in una visita che dura da migliaia di anni”.

Valutazioni e recensioni

3,8/5
Recensioni: 4/5
(4)

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Recensioni: 5/5

Il nano protagonista di questo romanzo è il ritratto dell'uomo mediocre sempre pronto ad emergere quando gliene si da l'occasione. Il mediocre che gioisce dei guai altrui, che disprezza tutto ciò che non capisce ostentando la sua ignoranza come fosse superiorità, che è sempre pronto a provare invidia ed a giudicare gli altri colpendoli vigliaccamente alle spalle con ogni mezzo appena può. Una storia cruda, intensa, scritta con uno stile scarno e nervoso, che segue un punto di vista originale, ma soprattutto attuale, perché il nano che c'è in noi è sempre in agguato, e non dovremmo mai dimenticarlo.

Recensioni: 5/5

Libro attuale non solo sui meccanismi scellerati del potere basati sulla violenza e sul tornaconto, ma soprattutto sulle relazioni umane, basate sulla menzogna e l'ipocrisia. Il punto di vista del nano, apparentemente distorto, è in realtà lucido e ed equidistante.

Recensioni: 5/5

Il protagonista della storia è un nano che vive alla corte di un principe che considera potente e del quale conosce ogni segreto. Un nano che è anche consigliere e custode dei segreti di molti personaggi del castello. Non ama nessuno di loro, ma non tradirebbe mai un segreto della sua padrona, come il fatto che abbia un amante. Anche il principe ha delle amanti, ma a lui non importa, lui non prova amore, né passione. Gli unici sentimenti che prova sono odio, superbia, indifferenza. Il nostro protagonista crede che la razza dei nani sia superiore perché più antica, ma odia gli altri nani. Odia chiunque, in realtà. Spia implacabile ogni mossa nella corte, che siano i padroni o gli ospiti, pronto a criticarla: è il nano malvagio che si nasconde in ognuno di loro.

Recensioni: 5/5

Essendo una ristampa, anzitutto due parole sulla nuova veste editoriale. Il volume appartiene ad una serie di dieci impreziositi sia da una nuova grafica (incisioni a linoleum), sia da una maggiore manegevolezza grazie ad una carta più morbida di quella solitamente usata. Attraverso la lente deformata del suo vedere, un nano descrive vicende che vedono protagonista un signorotto italiano e il suo regno durante un imprecisato periodo medioevale. Il nano è persona orribile, a suo modo razzista, rancoroso e disgustato verso il mondo dei “normali”, gli uomini, nei confronti del quale, ribaltando la propria minoranza fisica, si sente superiore. Attraverso il suo diario, l’autore esprime i pochi pregi e i tanti difetti umani, con prevalenza di questi ultimi, alla luce dei quali, parallelamente alla sorte del nano, non resta che una flebile speranza di un futuro migliore, una speranza pressoché nulla, in particolare se vanamente riposta verso credenze religiose.