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Premetto che il romanzo, nonostante l’entusiasmo delle recensioni precedenti, non mi è piaciuto. Detto questo cercherò di spiegarne i motivi: primo, lo stile. Sincopato, troppi punti, troppe pause. La frase secca e breve è un ottimo artificio letterario, ma va usata con moderazione, e solo quando ce n’è bisogno, altrimenti non solo perde la sua peculiarità, ma rischia anche di rallentare la lettura, che diventa una noiosa. Tiritera. Di slanci. Che vengono puntualmente troncati a metà. Secondo, i personaggi. Christian sempre arrabbiato, sempre in collera, la parola furia viene usata nei suoi pezzi una volta ogni due righe, tanto che dopo un po’ viene quasi da mandarlo a quel paese a distanza. E poi Julia, mio Dio, la tenera, piccola, dolce Julia, con i capelli fragili, la pelle fragile, il cuore fragile, sempre a piangere, sempre a gemere, o a trattenere le lacrime. Che pizza! Sono i classici stereotipi di due burattini, una pietra e uno stelo di margherita, che se fossero umani sarebbero decisamente più interessanti di quei due. Si separano per un motivo assurdo, e si ritrovano per un motivo altrettanto assurdo. Ma chi vi cerca, chi vi vuole? Le scene di sesso trattenuto sono patetiche, e quelle di sesso esplicito ancora peggio. Ma dai, non ha umanamente senso! L’amore di Christian è assurdo possesso e quello di Julia desiderio di sottomissione, o protezione o chissà cosa per sentirsi la povera donnina sparuta che il cavaliere senza macchia si prodiga di salvare. Non hanno profondità, sono sempre uguali a se stessi, e si ripetono, si ripeeetono… Terzo, la vicenda: Questo punto, e anche l’accuratezza dell’ambientazione storica, salva un po’ il romanzo, anche se a volte l’intreccio si ingarbuglia talmente tanto che non si capisce più chi sta parlando di chi. Personalmente, a meno che non vogliate leggere un insulso romanzetto rosa nemmeno tanto pruriginoso, non lo consiglio assolutamente.
Premetto che il romanzo, nonostante l’entusiasmo delle recensioni precedenti, non mi è piaciuto. Detto questo cercherò di spiegarne i motivi: primo, lo stile. Sincopato, troppi punti, troppe pause. La frase secca e breve è un ottimo artificio letterario, ma va usata con moderazione, e solo quando ce n’è bisogno, altrimenti non solo perde la sua peculiarità, ma rischia anche di rallentare la lettura, che diventa una noiosa. Tiritera. Di slanci. Che vengono puntualmente troncati a metà. Secondo, i personaggi. Christian sempre arrabbiato, sempre in collera, la parola furia viene usata nei suoi pezzi una volta ogni due righe, tanto che dopo un po’ viene quasi da mandarlo a quel paese a distanza. E poi Julia, mio Dio, la tenera, piccola, dolce Julia, con i capelli fragili, la pelle fragile, il cuore fragile, sempre a piangere, sempre a gemere, o a trattenere le lacrime. Che pizza! Sono i classici stereotipi di due burattini, una pietra e uno stelo di margherita, che se fossero umani sarebbero decisamente più interessanti di quei due. Si separano per un motivo assurdo, e si ritrovano per un motivo altrettanto assurdo. Ma chi vi cerca, chi vi vuole? Le scene di sesso trattenuto sono patetiche, e quelle di sesso esplicito ancora peggio. Ma dai, non ha umanamente senso! L’amore di Christian è assurdo possesso e quello di Julia desiderio di sottomissione, o protezione o chissà cosa per sentirsi la povera donnina sparuta che il cavaliere senza macchia si prodiga di salvare. Non hanno profondità, sono sempre uguali a se stessi, e si ripetono, si ripeeetono… Terzo, la vicenda: Questo punto, e anche l’accuratezza dell’ambientazione storica, salva un po’ il romanzo, anche se a volte l’intreccio si ingarbuglia talmente tanto che non si capisce più chi sta parlando di chi. Personalmente, a meno che non vogliate leggere un insulso romanzetto rosa nemmeno tanto pruriginoso, non lo consiglio assolutamente.
Peccato per la staticità dei luoghi descritti.La storia non è molto elaborata ma le scene d'amore tra Christian e Julia sono meravigliose.Un bel libro per sognare e passare qualche ore in deliziosa compagnia dei protagonisti.Sarebbe stato perfetto se l'autrice avesse ambientato la storia non solo a Napoli,su una nave ancorata al porto per tutta la durata del libro,ma anche in altri posti,movimentando un po' la storia.
Recensioni
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