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Premi
1977 - David di Donatello - Miglior attrice straniera - Dunaway Faye
1976 - Oscar [Academy Awards] - Miglior attore - Finch Peter
1976 - Oscar [Academy Awards] - Miglior attrice - Dunaway Faye
1976 - Oscar [Academy Awards] - Miglior attrice non protagonista - Straight Beatrice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Se il quarto potere è la stampa, il quinto potere è quello della televisione. Un giornalista televisivo annuncia in diretta il proprio suicidio perché il suo programma ha perso audience, e rischia di esssere chiuso. Paradossalmente questo fatto aumenta invece l’audience e i dirigenti pensano di sfruttare la cosa per aumentare l’ascolto, che è la cosa più importante in assoluto, viene dopo l’amore e la famiglia, come dimostra il personaggio Diana Christensen , giornalista senza scrupoli che arriverà ad assoldare terroristi e pensare all’omicidio, sempre per l’audience. Bel film, dal ritmo incalzante e serrato, merita di essere visto.
Uno spettacolare capolavoro che, a oltre trent'anni di distanza dalla sua uscita, non ha perso un grammo della sua graffiante potenza satirica. Il grande Sidney Lumet dirige un cast a dir poco magistrale: Faye Dunaway è semplicemente meravigliosa nel ruolo della spietata executive del network, ambiziosa e senza scrupoli; Peter Finch è indimenticabile nella sua ruggente interpretazione del "pazzo profeta dell'etere"; William Holden dà vita ad uno dei suoi personaggi più malinconici; Robert Duvall e Ned Beatty sono perfetti nei loro rispettivi ruoli, e Beatrice Straight strappa l'applauso per una breve ma intensa apparizione. La sceneggiatura di Paddy Chayefsky descrive in maniera lucida e impietosa i meccanismi del successo e le regole (talvolta feroci) della televisione, regalandoci alcuni dialoghi e monologhi da antologia. Insomma, "Quinto potere" è un autentico must per ogni appassionato di cinema!
un film attualissimo anche oggi,cristallizzato nella sua denuncia,una prova di attori spaventosamente perfetta una Faye Dunaway che si muove come un'automa e ci fa capire di come il successo e la smania di potere possa disumanizzare l'essere umano sino a renderlo inumano,i suoi primi piani con i quegli occhi scavati nel vuoto valgono molto di più dell'oscar che strameritatamente vinse quell'anno,un William Holden che come sempre cattura per la sua magneticità un Peter Finch indimenticabile nella sua furia mistica e una Beatrice Straight che in soli 5 minuti ti trasmette una vera scossa lungo la spina dorsale passando in maniera sbalorditiva tutte le varie fasi dell'emotività di una donna tradita con una forza e una dignità davvero lancinanti tanto da farle meritatamente vincere l'ambito oscar come non protagonista per il ruolo più breve mai premiato nelle storia dell academy awards soli 5 minuti. Decisamente un film tra i più belli di tutto il decennio 70 e sicuramente il più bello del grande Sidney Lumet.
Recensioni
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