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Che l'Italia sia un Paese corrotto e perduto lo sappiamo da tempo immemore senza doverci sorbire l'ennesimo saggio dell'ennesimo esperto presente in ogni talk show... basta andare in qualunque ospedale, ufficio postale, scuola o condominio per scoprirlo. Mi chiedo invece quando si farà luce sui giovani non più giovani (30-40 anni) sottopagati, sfruttati, irrisi dallo stesso "mondo culturale" e dalle stesse case editrici che, di fatto, "corrompono" con le loro promesse una generazione intera, offrendo proposte fasulle e futuri inconsistenti, per buona pace di Davigo.
Un saggio breve, lucido e argomentato, su un noto tema che stravolge la nostra vita di cittadini: la corruzione. L'associazione immediata e automatica di questo triste fenomeno a Tangentopoli e all'indagine di Mani Pulite (di cui l'autore di questo volume, Piercamillo Davigo, è stato uno dei principali attori) ci fa credere che tutto sia cominciato in quegli anni. Ma così non è. Anche se è da quegli anni, sicuramente, che ci dovrebbe essere diventato impossibile negare la realtà, per le dimensioni crescenti e l'insistenza con cui il malaffare di chi intende la cosa pubblica come cosa privata ci perseguita. Non passa giorno che stampa e tv non aprano i loro servizi con scandali che ormai non scandalizzano più: e il risultato, al di là dei proclami e della retorica, buona solo per spostare aria e farci credere che finalmente saremo capaci di fare ciò che non riusciamo a fare, è una convivenza rassegnata, per quanto lamentosa, con un fenomeno sempre più sentito come una dannazione ineluttabile. Piercamillo Davigo, com'è nel suo stile netto e diretto, 'bacchetta' con puntualità e severità il fenomeno, analizzandolo, anche con punte di ironia, in chiave larga e intrecciata. Ma, ovviamente, per quanto avanzi proposte tecniche per combattere il 'nemico' (l'ultimo capitolo è un tentativo di offrire spunti concreti di azione), proprio perché la corruzione, come sottolineato dal titolo del volumetto, è sempre più 'sistema' complesso, non ha bacchette magiche da far schioccare. Del resto, cronaca e storia ci hanno ormai insegnato che i confini tra 'loro' (la cosiddetta 'casta') e 'noi' (la cosiddetta 'società civile') sono labili; e l'inciviltà, o quanto meno l'illegalità, non è monopolio di nessuno, ma da anni ormai circola liberamente tra 'loro' e 'noi'. Il libro è scorrevole, anche per il linguaggio: non paludato, ma capace di mantenere precisione concettuale e apertura divulgativa. Come avviene per tanti saggi simili, che cercano di stimolare una presa di coscienza sulla realtà, la speranza è che il 'pensiero critico' riesca a pungere l'indifferenza: di tutti noi. 'Vasto programma', ripeterebbe Charles De Gaulle...