12 Sonate a Violoncello Solo e Basso Continuo. Opera Prima - 1736

Dopo trent’anni dalla prima e parziale registrazione, Claudio Ronco torna ad incidere le Sonate a violoncello solo di Lanzetti, e questa volta decide di proporle a due violoncelli, nella loro massima essenzialità, come certamente avrebbero preferito nella seconda metà Settecento, agli albori del Classicismo, i fratelli Duport o i Jannson, esaltando le molteplici qualità del loro strumento e rendendo così omaggio alla grande scuola violoncellistica napoletana di cui loro stessi erano eredi. D’altra parte, tutte le scuole europee di violoncello potevano dirsi emanazioni di quella partenopea, e Salvatore, a quel tempo, ne era il più celebre rappresentante a seguito del leggendario Francischello, al secolo Francesco Alborea, nato a Napoli nel 1691 e morto a Vienna nel 1739, di cui poteva a buona ragione considerarsi il successore. Sebbene proporre questa musica a due violoncelli soli si possa credere la più semplice e scarna fra le varie possibilità esecutive, non appena si voglia off rire all’ascoltatore un’interpretazione capace di rivelare la maggior densità e complessità dell’opera, ecco che subito si ribalta nella scelta più diffi cile, perché impone e pretende dalla coppia di esecutori il massimo virtuosismo tecnico ed espressivo.