A caso - Tommaso Landolfi - copertina
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Letteratura: Italia
A caso
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Descrizione


Non è amabilmente consolatore, il mondo di Landolfo, né amichevole, né tantomeno compiacente. Estraneo, piuttosto, luminosamente torbido e degradato. E, come in questa raccolta di racconti del 1975 - l'ultima sua -, più che mai urtante, percorso com'è da un eros luttuoso e sogghignante, da orride agnizioni, da avvilenti confessioni, da personaggi oltraggiati dalla vita, feriti dall'«invalicabile stridore» che li separa dagli altri, torturati da un'animale e irrimediabile tristezza. Sicché ogni racconto cela una sorpresa che ha su di noi lo stesso effetto di «un'unghia che stride contro un vetro, o d'una carezza contropelo» (I. Calvino): ci fa rabbrividire, e subito vorremmo scacciarla. Invano: incapsulata in una lingua tanto inconsueta quanto secca, lucida ed esatta, ogni immagine torna a riaffacciarsi, come una piccola testa malevola. Il fatto è che per Landolfi, uccisa ogni speranza, dobbiamo accontentarci «di gioie ambigue, torte e per giunta fuggevoli». Non c'è altra via di scampo, se non, estremo rimedio, un «genosuicidio» capace di liberarci da una «abominosa storia».

Dettagli

15 maggio 2018
190 p., Brossura
9788845932700

Valutazioni e recensioni

  • Irriverente, umoristico, assurdo, paradossale. Linguaggio arcaico, molto forbito, ricercato e curatissimo. In questo libro, Landolfi ricorda, per certi versi, Ionesco. Racconti tanti, brevi romanzi, poesie e diari, opere teatrali, poemi drammatici, traduzioni, prose di viaggio e di critica letteraria, filastrocche e favole: il genio di Landolfi è versatile e inesauribile. Questo libro, tra le ultime sue invenzioni, ennesima variazione sul tema, è un'opera costruita prevalentemente sui dialoghi. Pure Landolfi riesce, con così relativamente poco e procedendo, come dice il titolo "a caso", in una sorprendente quanto inutile (secondo giudicheranno i più) festa delle parola. Libro di racconti non tutti memorabili magari. A gusto di chi scrive "Un petto di donna" e il più lungo del racconti che apre e battezza la raccolta sono tra i migliori, insieme al breve e efficace "Osteria del numero venti" e al notturno "Milano non esiste". Spesso il filo tematico si svolge a partire da un turbamento sensuale, scaturisce da un caso che suscita sentimenti contrastanti di attrazione e repulsione. Landolfi è Landolfi, anche se questo forse non è il suo capolavoro, però ne consiglio assolutamente la lettura.

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