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Libro bellissimo, ti prende dalla prima all'ultima pagina. Una storia coinvolgente e interessante nella quale vengono trattati diversi temi: l'adozione, l'allenamento come allenamento anche alla vita, i rapporti amorosi. Un modo di raccontare denso, elegante, ma nello stesso tempo immediato. E' il primo romanzo che leggo di Covacich, ma ne leggerò di sicuro altri.
E' il mio preferito tra i libri di Covacich ed il più bello del ciclo dell'Umiliazione delle stelle. La storia risucchia in una lettura ipnotica ed esaltante come la maratona stessa descritta in modo magistrale. Forse il finale lieto non è perfettamente in linea col resto, la soluzione repentina di tutti i conflitti pare un po' ingenua ma tutti i personaggi trovano compimento nei romanzi successivi, peccato che Dario Rensich non ne sia più il protagonista.
Una bella scoperta, mi piace molto il modo di scrivere, diretto, senza troppi fronzoli... essendo un maratoneta ho apprezzato assai la parte tecnica che ho trovato molto interessante e ben descritta, cosa che magari ad un profano può risultare ostica... a questo punto devo leggere un altro suo libro... se siete appassionati di corsa però da non perdere!
Recensioni
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«Vorrei dire: La maratona è un'arte marziale. Chi la corre compie una scelta estetica, non una sportiva. Lo sport non c'entra niente. Vorrei dire: Resistere alla più alta velocità possibile per una strada così lunga è la cosa più bella che una mente umana possa produrre. La mente non è il cervello, la mente è il sistema del corpo che pensa. La mente è la rete in cui il mio avampiede, il mio cuore, il mio glicogeno, i miei desideri, la mia memoria, tutto me stesso dialoga con tutto me stesso e con ciò che dall'esterno modifica o può modificare me stesso.»
Una storia tutta di corsa: e adeguato è lo stile, rapido quasi frenetico, di Mauro Covacich in questo romanzo.
Dario Rensich, il protagonista, sulle ali della gloria di un sesto posto alla maratona di New York (primo tra i bianchi) viene mandato in Ungheria dalla Federazione di atletica leggera ad allenare un gruppo di ragazze destinate a diventare maratonete. La sua vita privata alla partenza dall'Italia è così strutturata: una moglie, Maura, e una figlia adottiva in arrivo (come soluzione della sterilità appurata del protagonista), felice risultato di una stressante trafila burocratica per ottenere un'adozione internazionale.
La destinazione ungherese di Dario è, in quel periodo, tristemente nota anche in Italia: proprio in quella zona infatti il Danubio era stato inquinato dal cianuro e si era verificata una orribile moria di pesci. Questa tematica ambientale riappare costantemente nel romanzo ed è la cronaca "in diretta" della capacità distruttiva e devastante dell'uomo sulla natura.
Non appena arrivato a destinazione il nuovo allenatore inizia con solerzia a imporre una rigida dieta e allenamenti estremamente impegnativi e faticosi.
La serietà della preparazione atletica che Dario intende dare alle ragazze non corrisponde però ad altrettanta serietà nel comportamento: infatti è facilissima preda delle arti seduttive di una ragazza del gruppo, la bella e giovanissima Agota. Naturalmente l'appassionata relazione verrà taciuta alla moglie che nel frattempo ha una "storia" a distanza (ma ad alto contenuto erotico) con un caro amico di famiglia, Alberto. Sicuro della propria sterilità Dario non prende precauzioni durante i rapporti con la giovane amante e quando Agota scopre di essere incinta, la sua incredulità e il suo sconcerto sono totali.
Varie vicende portano ad una conclusione felice (anche se non proprio "legale") di questo intreccio complesso, conclusione che naturalmente non verrà rivelata.
Lo stile davvero brillante di Covacich, l'ambientazione originale, le tematiche di grande attualità e i personaggi pieni di contraddizioni, e in questo davvero autentici, rendono piacevolissima, e quindi consigliabile, la lettura del romanzo.
a cura di Wuz.it
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