Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

ACAB. All cops are bastards - Carlo Bonini - copertina
ACAB. All cops are bastards - Carlo Bonini - copertina
MESSAGGIO DI PROVA
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 0 liste dei desideri
Nationality Letteratura: Italia
ACAB. All cops are bastards
Disponibilità in 7 settimane
14,02 €
-15% 16,50 €
14,02 € 16,50 € -15%
Disp. in 7 settimane
Chiudi

Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori

Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
Spedizione Gratis
-15% 16,50 € 14,02 €
Vai alla scheda completa
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
Spedizione Gratis
-15% 16,50 € 14,02 €
Vai alla scheda completa
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi
ibs
Chiudi
ACAB. All cops are bastards - Carlo Bonini - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Chiudi
ACAB. All cops are bastards

Descrizione


"ACAB". All Cops Are Bastards. Il refrain di un celebre motivo skin anni Settanta diventa richiamo universale alla guerra nelle città, nelle strade. Michelangelo, "Drago" e "lo Sciatto" sono tre "celerini bastardi". Sono odiati e hanno imparato a odiare. Basta leggere l'impressionante e inedita chat del loro reparto per capirlo. Cresciuti nel culto della destra fascista, si scoprono disillusi al termine di una parabola di violenza che è la loro "educazione sentimentale". Nella narrazione di Bonini si svela, attraverso l'occhio e il linguaggio degli "sbirri" e una lunga inchiesta sul campo, la trama occulta dei più sconcertanti episodi di violenza urbana accaduti in Italia negli ultimi due anni. Che collega in un ritmo serrato e una scrittura emozionante episodi accaduti in tempi e luoghi diversi come l'assalto militare degli ultras a una caserma di Roma e la caccia al romeno nelle periferie, i Cpt per immigrati clandestini e gli scontri della discarica di Pianura. La catena dell'odio e delle impunità.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2009
16 gennaio 2009
191 p., Brossura
9788806194697

Valutazioni e recensioni

ANNA DE DOMINICIS
Recensioni: 3/5

Inutile lo sforso di Bonini di raccontare a tutto tondo la complessità dell'animo umano. Purtroppo ricade facilmente vittima degli stereotipi più diffusi che riguardano le forze dell'ordine. L'intento del giornalista è cercare di ridare spessore, complessità, ampiezza al pensiero e alle azioni dei poliziotti. Eppure, a fine lettura, si abbandona il libro con la sensazione di non aver letto nulla di nuovo rispetto alla triste equivalenza poliziotto = fascista. Un'analisi antropologica che aveva l'ambizione di scavare a fondo nelle ragioni dello stress, della violenza usata dai poliziotti così come dai loro "nemici" (gli ultras). Pare tuttavia che il ritratto dei poliziotti di questo millennio che Bonini delinea non sia tanto diverso da quello fatto da Pasolini anni or sono. Io lascerei la parola a qualcuno che quelle realtà le vive davvero, quotidianamente... dannatamente.

Leggi di più Leggi di meno
Recensioni: 4/5

Gli scontri del G8 di Genova. L'irruzione alla Diaz e la “macelleria messicana” che ne derivò. La quotidiana lotta contro gli ultras: gli scontri a Catania dove morì l'ispettore Raciti; gli scontri di Roma nella notte in cui un agente uccise il tifoso laziale Gabriele Sandri. La caccia al romeno dopo l'omicidio della signora Reggiani da parte di Romolus Mailat nel novembre 2007. Gli scontri di Pianura, contro la riapertura della discarica ... Quale è il filo (nero) lega tutti questi fatti? La violenza quotidiana, l'odio, che gli uomini che lavorano nei reparti della Celere devono affrontare nel loro lavoro. Violenza di cui essi stessi vengono contaminati. Lasciati soli dallo stato e dai sindacati, di fronte ai processi, di fronte alle spese, di fronte all'opinione pubblica. Abbandonati e disillusi persino dai vertici della polizia (Andreassi e Murgolo spariti dopo i fatti di Genova sia dalla polizia che dall'inchiesta ), abbandonati anche dalla politica, (di destra) che della loro immagine ne ha fatto spesso uso. Come vivono questa violenza i “celerini”? Cosa pensano del loro lavoro? Della violenza di Genova? Degli ultras che si ritrovano di fronte? ACAB ricostruisce la loro vita: quella del poliziotto che si occupa di Ordine Pubblico, quelli che una volta erano chiamati i poliziotti della “Celere”, oggi ribattezzata “Reparto mobile”. Michelangelo (Fournier), Il drago, Lo sciatto. Quelli che la canzone degli anni 70 chiamava bastards, così come molti degli slogan che vengono sentiti ogni domenica negli stadi. Senza che la cosa susciti troppo sdegno. “Mi diverto solo se a morire è uno sbirro” cantano le Teste Matte, i padroni dell'anello superiore della Curva A a Napoli, comandano Pianura, sono collegati (ovviamente) ai clan della Camorra e che hanno partecipato agli scontri di Pianura. Che vedeva coinvolti anche consigliere comunale Marco Nonno (AN), oggi coinvolto nell'inchiesta di Napoli sull'appalto Global Service di Romeo. Nella fascetta che accompagna il libro, scrive De Cataldo “l'odio non ha spiegazione .. si manifesta tramite il contagio”. Non è vero: l'odio si spiega con l'ignoranza, con la ghettizzazione, col sentirsi al di sopra e al di fuori della legge. Isolati, soli: leggetevi quello che raccontano nella chat DoppiaVela; leggetevi della guerra combattuta davanti agli stadi: E. DA FIUMICINO Io penso che questi degni eredi di quei cattivi maestri che dicevano in piazza "Uccidere uno sbirro non è reato" ci considererebbero picchiatori fascisti anche se andassimo in servizio di Op vestiti di rosa e con un mazzo di fiori in mano. B. DA PADOVA Quando alcune centinaia di ultras o di autonomi sono schierati a cinquanta metri da te con spranghe, catene, bombe carta e coltelli, io ritengo opportuno fargli così tanto schifo e paura che non devono pensare di poterci attaccare senza lasciarci le ossa! L'Italia non è uno stivale. È un anfibio di celerino. Clic. C'è uno scambio di battute nel finale, tra Michelangelo e un signore di Napoli, che spiega come si è potuto arrivare a tanto con l'immondizia, una città dove hanno governato tutti, destra e sinistra: - Napoli è un laboratorio. Ed è uno specchio. Se non ti piace quello che vedi qui, prova allora a pensare a come è ridotto il paese. Fammi solo la cortesia di non attaccare la solfa sulle responsabilità di sinistra [..]. - Vorrei tanto capire dove vuoi andare a parare con il tuo ragionamento. - Non voglio dimostrare nulla. Mi piacerebbe soltanto che tu finalmente guardassi nel fondo delle cose. Il fatto di essere poliziotto non te lo impedisce. Anzi ti dovrebbe aiutare. Fatti qualche domanda Michelangelo. Oggi sei qui qui a dare qualche calcio in culo a chi non vuole aprire la discarica. La domenica allo stadio a non farti linciare da qualche ragazzino gonfio di veleno. Durante la settimana ripulisci alla bisogna i marciapiedi da puttane e clandestini, giusto? Poi , magari, ci scappa qualche centro sociale, qualche scuola occupata. Assorbi ogni giorno una dose omeopatica di rabbia. Magari in attesa che qualcuno, di tanto in tanto, ti liberi della museruola. Quanto può durare, Michelangelo, eh? Quanto può durare? - Non credo molto, direi. - E allora difenditi. - Come ? - Magari cominciando a chiamare le cose con il loro nome .. - A Genova, al processo per il G8, l'ho fatto. E per questo mi hanno annientato. - Continua a farlo. - Non so se ne ho ancora la forza e soprattutto ne abbia senso. Acab è scritto con una frenesia, una scrittura veloce e serrata: non è un libro a favore o contro. È quello che accade, ogni domenica, ogni giorno, ogni volta..

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

3,5/5
Recensioni: 0/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(1)
3
(1)
2
(0)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Inserisci la tua mail

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore