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Nono romanzo dedicato al personaggio del commissario Maigret All’Insegna di Terranova fu scritto nel 1931 a bordo dell’Ostrogoth, il cutter con cui Simenon navigava lungo i canali francesi. Forse è anche per questo che romanzo trasuda di marineria benché la trama si svolga esclusivamente a terra e sia relativa a un tipico triangolo amoroso, in cui gli uomini appaiono le vittime in tutti i sensi, visto che uno viene assassinato al ritorno di una lunga stagione di pesca e l’altro tenta addirittura di uccidersi, senza tuttavia riuscirvi. Al di là della vicenda, che si concluderà con un nulla di fatto, nel senso che Maigret preferirà non assicurare alla giustizia l’omicida, vi è da rilevare la posizione del commissario, fuori sede, chiamato da un compagno di scuola per cercare di scagionare un giovane che si ritiene innocente e che condurrà in sordina e non ufficialmente le indagini a Fécamp, amena cittadina di villeggiatura in riva all’oceano, ove si trasferirà temporaneamente unitamente alla moglie con il pretesto di una settimana di vacanze. Il giallo si lascia leggere, nel senso che non è uno dei migliori di Simenon, anzi a mio avviso è solo discreto, perché i personaggi mancano di spessore, sono un po’ stereotipati e poi francamente la tensione è pressoché assente. Inoltre, siamo ancora lontani da quella straordinaria capacità del narratore belga di sondare l’animo umano fino negli anfratti più nascosti; a ciò aggiungo che la cura, più volte ravvisata, nel descrivere i paesaggi e nel ricreare le atmosfere qui appare un po’ imprecisa, quasi che l’autore non intendesse applicarsi più di tanto. Comunque il romanzo va più che bene per trascorrere qualche ora di gradevole lettura.
A me questi primi Miagret piacciono relativamente. Sono libri scritti oltre 80 anni fa, e lo si nota. La costruzione del giallo è molto particolare, non c'è suspence, la narrazione è piatta e uniforme, e scarna come sempre, in questi racconti iniziali, che venivano scritti in breve tempo. Il libro si legge in fretta, lasca ben poco.
Non male, si legge in poche ore. Scritto bene, interessante introspezione psicologica, concisa ma precisa.
Recensioni
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scheda di Bertini, M., L'Indice 1998, n. 6
Le brevi note editoriali che presentano questi due romanzi ci raccontano che furono scritti entrambi, tra il 1930 e il 1931, sull'"Ostrogoth", il battello che il romanziere si era fatto costruire in Bretagna e su cui visse per quasi due anni, percorrendo la Francia e giungendo sino in Germania e in Olanda. Simenon attinse dunque alla propria esperienza quotidiana di navigazione per costruire queste due vicende di "vita di bordo". La prima è ambientata sui canali del centro della Francia, dove chiatte e imbarcazioni da diporto sostano insieme davanti alle chiuse; la seconda tra i pescatori di merluzzi che da Quimper, in Bretagna, si spingono sino a Terranova. Due romanzi gemelli, in un certo senso, in cui Maigret, lontano dal Quai des Orfèvres e dalla birreria Dauphine, respira a fondo odori nuovi e misteriosi per fondersi empaticamente con un ambiente che gli è estraneo, e di cui deve impadronirsi con la sua silenziosa e infallibile capacità di immedesimazione. Nel "Cavallante della "Providence"", tra le bettole e le stalle che fiancheggiano i canali, l'odore che domina è sempre lo stesso: "coloniali, vino scadente, catrame, stallatico". Come conciliarlo con gli orecchini di perle e le scarpe di camoscio bianco della signora assassinata che incongruamente compare un mattino? Sui battelli di Quimper aleggia invece il tanfo di una partita di merluzzo avariato, legata a un viaggio maledetto su cui tutti pensano incombesse il malocchio... Apparentemente tardo, pesante, tranquillo come sempre, Maigret farà luce su entrambi i casi.
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