Un altro che ti scrive

"Ferro-anima, gigante delle terre, una linea unisce e confonde oceani e sponde, eleva albe come chiude i tramonti, porta gli uomini sui fiumi, nei fiumi. O verso le montagne, religiose. O verso le pianure, le infinite e desolate." C’è un forte slancio trascendente in questi versi: viaggi, legami, amori profondamente terrestri si mescolano a guizzi eterei e insieme diabolici, tentatori, bui. E c’è un lirismo denso e attraente, che richiede impegno, ma premia con immagini calde e sorprendenti, che rimandano a classici come Lucrezio o Leopardi, a grandi del Novecento come Caproni e Celan. Ritornano “la storia, il viaggio, l’avventura, il respiro del nostro tempo… un mondo aperto, vitale, curioso, continuamente in cammino, con una prospettiva di speranza o di utopia” [Milo De Angelis]. Mentre “Lo sguardo vaga nella memoria e nel paesaggio, ricostruisce volti fuggitivi, narra frammenti di vita o affreschi di esperienza collettiva; si addentra nella ‘pastorale del freddo’ e lì si perde” [Fabio Pusterla].