Nella progressista casa di riposo di Lark House, in California, si incrociano le vite dell’ottuagenaria ebrea Alma Belasco, sfuggita da bambina ai prodromi del nazismo in Polonia, e della servizievole ed onesta Irina Bazili, immigrata moldava dai trascorsi traumatici. Alma ripercorre con sempre maggiore dovizia di particolari il proprio passato, facendone dono al nipote Seth, il cui progetto di un libro sulla storia familiare diventa un pretesto per vedere Irina, e ad Irina stessa, affascinata dal carisma della sua assistita. All’immagine di una donna austera e misantropa si sovrappone progressivamente quella di un’amante passionale. Il racconto autobiografico, fino alla rivelazione postuma del segreto di una vita, sancisce l’amicizia con Irina e conferisce l’immortalità all’epica storia d’amore con l’etereo giapponese Ichimei, incontrato da Alma bambina nella casa degli zii in cui è cresciuta ed ha vissuto, amata e protetta dal mondo esterno. Con l’Amante Giapponese Isabel Allende regala ai lettori un rapporto amoroso cristallizzato in uno stato di eterna passione ma soprattutto un’altra grande saga familiare, in cui ogni personaggio, per quanto minore, ha in dono un passato. Precisi episodi storici costituiscono un terreno fertile popolato da eroi, spiriti ed angeli custodi che prevalgono sui demoni, mentre tra i sentimenti non vi è spazio per l’odio. Che si tratti dei riferimenti alla diaspora ebraica in Europa, della descrizione fotografica dei campi di concentramento americani riservati ai giapponesi, dell’episodio di crudo realismo ambientato a Tijuana, dell’aurea mitica che avvolge i due amanti protagonisti, o della descrizione umoristicamente fiabesca della casa di riposo, in cui la tristezza e le pene della vecchiaia si combattono con coccole, attivismo politico e marijuana, il potere evocatore delle parole nitide e precise di Allende non viene mai meno, trascinando il lettore in una scrittura avvolgente.
