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2005 - Nastro d'Argento - Miglior attrice - Morante Laura
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Un film perfetto; fino all'incontro amoroso (chiamiamolo così) tra Gilberto e Carolina, molto simile tra l'altro ad una scena del film "Sono pazzo di Iris Blond", dopo di che tutto ritorna a ruotare intorno all'argomento principale, ma purtroppo ormai, il danno è fatto. Ma per che tutti i personaggi (o quasi) creati da Verdone "colpiscono" con una facilità estrema. Neanche il tempo di conoscersi. Peccato!
Divertentissimo, piacevole, ha l'abilità di presentare temi delicati e tragici come le separazioni amorose in maniera ironica e divertente. Eccezionali Verdone e Stefania Rocca....consigliato :)
Avrete notato anche voi che, per i cineasti italiani odierni, l' Italia è un popolo di medici danarosi con moglie psicologa, avvocati di successo, magistrati impegnati, pubblicitari, eroici funzionari di polizia e preti in odor di santità: mentre impiegati, fruttivendoli, meccanici e falegnami sembra non esistano (forse vengono ignorati proprio perchè impiegati, fruttivendoli, meccanici e falegnami). Pare quasi di essere tornati alla temperie dei "telefoni bianchi", quando nell'Italia fine anni 30 sembravano esistere solo spensierate segretarie e giovanotti galanti e danarosi: ma la vitalità del cinema italiano di quegli anni è l'esatto opposto del coma contemporaneo. A tutto cio' non sfugge anche questo film di Verdone, nel quale oltretutto l' ambientazione alto-borghese è talmente fiacca e manierata da indurre a pensare che non sia neppure frutto di una scelta consapevole, ma che Verdone metta in scena questo ambiente sociale unicamente perchè è l'unico che, appartenendovi, effettivamente conosce. La vicenda - sullo sfondo di una Roma abbiente e ben pasciuta - è un collage di psicologia da rotocalco (il matrimonio "in crisi", i figli adolescenti), la recitazione è scontata e faticosa, e non manca una scena di sesso tanto per stuzzicare un po'. Tra le tante bassure del film si segnala il dialogo tra i due ragazzini verso la fine del film: "Ora che ho fatto l'amore con te capisco meglio i miei genitori...l'amore è come la democrazia, che ci rende tutti uguali"; penso che con battute cosi' Piero De Bernardi e Leo Benvenuti (cui Verdone deve la riuscita dei suoi primissimi film) avrebbero costruito una farsa: ma Verdone no, per lui son cose serissime, col risultato di apparire davvero ridicolo
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