Catturato dalla trilogia Millenium di Stieg Larsson ho voluto approfondire la lettura di gialli svedesi. Leif GW Persson, come Camilla Lackberg, è stato una delusione. La storia l'ho trovata molto statica, limitata agli stessi luoghi e alle stesse azioni: colazione nella sala dell'albergo, riunione del mattino nella sala della centrale di polizia, pranzo nella mensa della centrale, birra pomeridiana e serale nella stanza d'albergo di Backstrom, analisi di nuovi campioni di DNA. Quasi tutte le pagine, senza esagerare, sono dedicate a tutto ciò. La trattazione della psicologia dei personaggi diventa noiosa e fine a se stessa. È vero, in alcune circostanze Backstrom fa sorridere ma sono poche. Il suo maschilismo, fin troppo marcato, può dare la nausea. Per non parlare di interi capitoli dedicati ad inserti di giornale che non hanno nulla a che fare con l'indagine: contadino vincitore del record per la fragila più grande al mondo, contadino sostenitore del concime naturale ed altri. Spero di esser stato il più oggettivo possibile. Penso di non approfondire ulteriormente la lettura di gialli svedesi. Consiglio questo libro a chi ha poco tempo al giorno da dedicarvici. La sua ripetività può risultare un vantaggio.
