Andorra

Ci sono libri appassionanti, altri avvincenti, altri profondi e altri solo divertenti. Andorra non rientra in nessuna di queste categorie. Noioso, prolisso e banale, ambientato in un mondo fatuo e superficiale. Non dà emozioni, non appassiona, non diverte. Annoia. Per rispetto alla facoltà dell'autore di inventarsi i luoghi in cui sviluppare le proprie storie, non sto a sottolineare come Andorra non c'entri niente, in quanto la storia è ambientata in un immaginario paese popolato esclusivamente da persone ricche e annoiate.

Alex Fox, cittadino americano, decide di lasciare il suo Paese per cominciare una nuova vita altrove. Il luogo prescelto è il piccolo Stato di Andorra. Dei motivi che hanno indotto il protagonista a dare un taglio netto al passato, il lettore è tenuto all’oscuro. Qualche particolare affiora nelle conversazioni con le persone con le quali egli fa conoscenza ed intrattiene delle relazioni a La Plata, dove si è stabilito, ma la verità sarà disvelata solo nelle ultime pagine. A rendere avvincente la lettura di questo romanzo non è solo la trama, ma anche l’atmosfera creata dalla descrizione dei luoghi, degli ambienti, della luce, dei colori. E poi c’è il tema interessante dell’impossibilità di non tener conto del proprio vissuto: una sorta di bagaglio invisibile, ma imprescindibile, che portiamo con noi ovunque decidiamo di andare.

La storia è poco interessante la la scrittura ha un suo stile.