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Dopo il successo di Sono nel tuo sogno, ecco che arriva in Italia il nuovo libro autoconclusivo per adolescenti di Isabel Abedi: Anger. Stavolta l'autrice ha deciso di puntare sul thriller (nessun elemento soprannaturale) seguendo i canoni dell'enigma della camera chiusa in questo caso un'isola sorvegliata costantemente dalle telecamere (Dieci piccoli indiani?). Tutto ha inizio quando un famoso regista decide di dar vita ad un film ingaggiando 12 adolescenti e di lasciarli per tre settimane su un'isola brasiliana, all'inizio senza un copione poi parte un gioco ma presto diventerà qualcosa di molto pericoloso... La protagonista (scritto in prima persona) è senza dubbio Vera, una ragazza che non ha alcun interesse per il mondo dello spettacolo ma che ha scelto di partecipare per uno scopo ben preciso (si scoprirà nella seconda parte del libro, anche se è facilmente intuibile dai vari indizi). E' una ragazza taciturna, introversa e riesce ad esprimere i suoi sentimenti solo attraverso la danza (personaggio ben caratterizzato e risulta credibile). I dialoghi sono pochi e pertanto quasi tutto il romanzo è basato soprattutto su sensazioni ed emozioni di Vera. Oltre al suo punto di vista, c'è un altro soggetto non meglio identificato che fa sentire la sua presenza ma non ci è dato sapere chi sia e cosa abbia in mente. Il romanzo è come se fosse diviso a metà: la prima (l'ho trovata un po' troppo lenta per i miei gusti) è tutta dedicata alla presentazione dei personaggi, al gioco e alla cotta di Vera mentre la seconda parte è chiaramente incentrata sul thriller (decisamente più movimentata e scorrevole). Come accennato, non poteva mancare un risvolto romantico ma anche se tenero e innocente ma non mi ha entusiasmato (mi è sembrato poco credibile l'innamoramento della protagonista). Anche se, bisogna considerare che l'autrice ha preferito concentrarsi sul mistero (ammetto che ci sono stati dei colpi di scena intriganti e una tensione ben costruita). Per quanto riguarda gli altri ragazzi presenti sull'isola sono solo di contorno (avrei preferito una caratterizzazione più approfondita dato che mi sono sembrati un po' stereotipati). Grande cura per i dettagli (a volte tendente al prolisso) soprattutto per quel che riguarda l'isola, per cui è facile immaginarsi il luogo in cui si muovono i vari personaggi. Un finale che non lascia l'amaro in bocca ma forse qualcuno avrebbe preferito qualcosa di diverso (e non posso dargli torto).
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