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                            Anno edizione: 2003
                        
 
                        
                            Anno edizione: 2014
                        
 
                        
                            Anno edizione: 2018
                        
 
                        
                            Anno edizione: 2014
                        
 
                        
                            Anno edizione: 2016
                        
 
                        
                            Anno edizione: 2021
                        
 
                        
                            Anno edizione: 2016
                        
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Un romanzo imprevedibile. Si apre con la situazione attuale per poi utilizzare il flashback narrativo. La prima parte è dedicata alla presentazione dei personaggi del villaggio di Eyam. Conosciamo subito la storia di Anna Frith, una giovane ragazza madre, ma anche vedova. Conosciamo la sua storia personale, la sua infanzia e conosciamo anche il suo ospite: George Viccars, un sarto di Londra che sarà il portatore della peste nel piccolo villaggio. Il rettore Michael Montpellion, che è una sorta di sindaco del villaggio, prende una decisione importante : mettere il villaggio in quarantena e proibire l'importazione o l'esportazione DIRETTA di merci e degli abitanti di Eyam. Da questo momento in poi inizia la parte di mezzo, dedicata al modo in cui il rettore, la moglie Elinor e la domestica Anna Frith (che è appunto la voce narrante) devono prendersi cura degli abitanti. Si susseguono quindi moltissime vicende, la storia di tante famiglie affette dalla peste, i lutti che devono sopportare, le ribellioni degli abitanti, accuse di stregoneria. L'unico punto che voglio criticare di questo libro: la fine. Un finale che stona con la trama principale; prende una piega da 50 sfumature, ma sconvolge di più ciò che accade subito dopo: una trama molto velocizzata, (magari qualche spunto per un nuovo libro che la scrittrice ha deciso fosse meglio inserire proprio in questo romanzo). Consiglio questa lettura comunque, peccato per il finale non degno per Anna Frith. E' da 5 stelle, ma per il finale gliene tolgo una.
Un bel romanzo,struggente e crudele quanto dev esserne uno che tratta di quest argomento.ho apprezzato le descrizioni delle usanze e dei luoghi,degl odori e delle sensazioni evocate....ma....ma...il finale!terribile!veloce,banale,nn c'entra nulla e ha lasciato l amaro.sembra buttato li,senza connessione e distante dal resto.concordo con chi dice che reggeva benissimo senza tal cosa
Un buon romanzo ambientato in un'epoca particolare, in un contesto particolare, a cui non si poteva chiedere niente di diverso da quello che è. La peste è la peste, e narrare il sacrificio di un villaggio che accetta la quarantena volontaria pur di non contagiare il resto del paese significa purtroppo concedere l'onnipresenza ai cadaveri, rischiando inevitabilmente di trasformare ogni capitolo in un elenco di morti a un ritmo incalzante, troppo persino per descriverle. E infatti non è questo che mi ha turbato, né deluso: un po' me l'aspettavo. Ciò che mi ha davvero sconvolto, ciò che ha sconvolto la mia mente divoratrice di romanzi storici e il mio cuore innamorato di romanzi storici - per definizione quindi realistici, o quantomeno verosimili - è il finale. Un finale banale, semplicistico, smielato, assolutamente inverosimile, degno di una favola per bambini scritta neanche troppo bene. Perché, mi chiedo, perché rovinare un romanzo che fino a tre pagine dalla fine si reggeva tranquillamente sulle sue gambe? Il linguaggio articolato, quasi lirico con cui l'autrice srotolava i suoi argomenti lo rendeva particolare, interessante, persino commovente... ma il finale no. Mi ha deluso tremendamente, sembra quasi che la Brooks non avesse tempo o voglia di inventarsi qualcosa di meglio. Mi aspettavo di più, lo confesso, da un romanzo che aveva ricevuto così tanti commenti positivi. Non mi sento di sconsigliarlo, ma sul finale vi ho avvertito...
Recensioni
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