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E' un "must have", tutti dovrebbero poterlo leggere per riconoscersi almeno in uno dei personaggi che rispecchiano ciò che noi siamo. Il cimitero di Spoon River è una nostra città, tante voci, tante persone, tutti noi raffigurati. Leggetelo!
Nel paesino di Spoon River, Illinois, dal cimitero i morti raccontano la loro storia: chi furono, come vissero o morirono, parlano dei loro rimpianti, desideri, rimorsi, ricordi, segreti. E, ora, tutti dormono, dormono sulla collina, i ricchi accanto ai poveri, i giusti a fianco degli ingiusti, le vittime e gli assassini. In pochi versi Edgar Lee Masters scolpisce un ritratto degli abitanti del villaggio che resta inciso nell'animo del lettore. Perché tutti possiamo riconoscerci in un personaggio: l'ateo picchiato a morte x le sue idee blasfeme, la poetessa derisa per il fisico deforme, il chimico che aborrì amore e matrimonio, il medico che sì dedicò alla cura gratuita dei poveri, l'uomo che, temendo delusioni, si ritrasse dalla vita in solitudine. E c'è l'amore, idealistico o carnale, che può dare felicità e significato alla vita, o, più spesso, condurre alla disperazione, al suicidio o all'omicidio. E tutti, bambini e anziani, giudici inflessibili, religiosi integerrimi, libertini e prostitute, banchieri e beoni, tutti dormono sulla collina. Perché la morte è la livella che ci attende, il fine ultimo della vita. A queste storie si è ispirato Fabrizio De André nell'album monotematico "Non al denaro, non all'amore né al cielo", suo capolavoro poetico e musicale, che ha segnato un'intera generazione, ribelle, anticonformista, libertaria. E' questo l'unico volume di poesie della mia libreria, nella celebre traduzione di Fernanda Pivano, che per prima fece conoscere Lee Masters in Italia. Acquistato nei primi anni '70, il libro mi ha accompagnato negli anni dell'università, con le sue sottolineature a matita dei passi che ritenevo più espressivi.
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