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Come si può definire quest'opera una grande favola o addirittura un romanzo di formazione è cosa per me incomprensibile. Le mie aspettative sono naufragate a pag.35 . Aspiranti scrittori...potete continuare a sognare e sperare...c'è davvero spazio per tutti..
Favoletta a lieto fine che si rifà in maniera lapalissiana a "Seta" di Baricco, ma anche a "Castelli di rabbia" e ai vari libri di Coelho nella sua idea, marcata a più riprese, di inseguire a tutti i costi "il sogno". Dopo aver letto "Neve", ci si aspettava qualcosa in più.
"La seta dell'alchimista" Che delusione. Ho pensato a lungo, ma ho preso la mia decisione: scriverò la mia prima recensione negativa. "L'apicoltore", scritto nel 2001, pare ai miei occhi un poco riuscito plagio. La storia - l'arte del romanziere sta appunto nel raccontare storie - ricalca la struttura del romanzo "Seta" di Alessandro Baricco di 5 anni più vecchio, con l'aggiunta del sogno e del tesoro presi a prestito da "L'alchimista" di Paulo Coelho del 1988. Se di quest'ultimo romanzo se ne percepisce l'"influenza", di "Seta" si ritrovano decine di parallelismi, che a descriverli servirebbero tre pagine. Trovo un'ingiustizia il Premio Murat 2001 "Un romanzo francese per l'Italia" assegnato a questo libro. Trovo pura follia l'idea di Maxence Fermine di dare alle stampe la "Trilogia dei colori" - Neve, Il violino nero e L'apicoltore - che di per sé raccontano sempre la stessa storia. Consiglio vivamente la lettura di "Seta" e di "L'alchimista": per gli amanti del genere, di Fermine - che ringrazio per l'opera prima - consiglio "Neve" del 1999.
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