L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Divertente la parodia della situation-comedy per mostrare l'infanzia della protagonista (Juliette Lewis) e l'incontro tra i due futuri assassini. Oliver Stone sostiene di essersi ispirato ad Arancia Meccanica per la scelta grottesca, ma il debito maggiore lo ha con Cuore selvaggo di Lynch. Ciò detto, il film è comunque uno dei migliori che il regista newyorkese abbia fatto perché smuove lo spettatore, alimenta la discussione; cerca strade nuove passando da altre già segnate. Sceglie l'iperrealismo rispetto a film dello stesso genere come ad esempio, Henry - Pioggia di sangue e Il cameraman e l'assassino. Fa una denuncia, forse un tantino retorica, nei confronti dei mass-media. Incarna la violenza spettacolo per far sì che il serpente si morda la coda. Mischia fumetti a formati di pellicola diversi in maniera suggestiva. Fa dei chiari riferimenti alla cronaca attuale senza fare del documentarismo. Per contro, necessita di una grande maturità da parte dello spettatore. Soprattutto perché nello spettacolo caleidoscopico, che scorre come sulle montagne russe, non c'è il tempo per i più giovani di prendere le distanze dai protagonisti. La musica è quanto mai varia, spaziando dalle atmosfere di Peter Gabriel al rock di Patti Smith, a Puccini (come già aveva fatto Stanley Kubrick) fino alla voce demoniaca di Diamanda Galas. Natural Born Killers ad un collezionista non può mancare.
Quando Quentin Tarantino sentenziò che la sua sceneggiatura era stata troppo ritoccata per poter essere giudicata di sua creatura, Oliver Stone non fece una piega e mandò comunque in scena la coppia di pazzoidi più avant-pop del secolo scorso; l'uno con il viso spiritato di Woody Harrelson, l'altra con il corpo flessuoso di Juliette Lewis. Il risultato una pellicola che sulla metà dei '90 creò non pochi problemi in termini di censura, che ne creò altrettanti in termini di emulazione da parte di persone che replicarono le stragi perpetrate da questi Bonnie e Clyde dei giorni nostri. Un film che esalta, come era comunque nel desiderio di Tarantino, l'aspetto distorcente della realtà. Ogni ripresa, ogni efferatezza viene vissuta e vista come un episodio di un serial con risate fuori campo, come un fumetto manga mal disegnato, esaltata da una musica a volte sincopata, a volte melliflua, a volte rockeggiante, grande il merito di Coehn e di Reznor nella scelta delle canzoni della soundtrack. Lo scopo di Stone quello invece di parodiare più volte le gesta di altri serial killer, come il Charles Manson messo sull'altare dell'emulazione da parte di Woody Harrelson; oltre al desiderio di dimostrare come già 20 anni or sono i media potessero trasformare in una coppia di rockstar un duo di killer senza alcuna pietà e ragione, se non fosse per le violenze subite da entrambi in giovane e età, e ovviamente vendicate a suon di stragi impunite. Harrelson, la Lewis, ancora prima dei Licks, Downey Junior e il cast tutto si accomodano piacevolmente al servizio di una pellicola che ancora oggi fa riflettere sull'uso e l'esaltazione di come la notizia, le opinioni dei singoli e soprattutto i fatti possano venire facilmente manipolate da un uso scorretto dei media. Da non perdere ma solo per palati decisamente forti e abituati a film con chiavi di lettura non semplici, a spargimenti di sangue apparentemente gratuiti, a trame non lineari, con continui rimandi spazio tempo non sequenzia
Uno dei film più violenti e provocatori di Oliver Stone, un atto d'accusa verso la violenza della società americana e il cinismo dei mass-media che tendono a spettacolarizzare anche gli eventi più tragici. Grandissimi interpreti (Robert Downey jr su tutti), e una regia psichedelica che va dal b/n al cartoon al montaggio più frenetico. Esiste anche una versione director's cut (in lingua inglese) molto più esplicita nelle scene di violenza. A mio giudizio il film più riuscito del regista.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un film che smuove lo spettatore, alimenta la discussione, cerca strade nuove passando da altre già segnate
Trama
Due giovani, un ragazzo e una ragazza, seminano il panico e la morte in giro per l'America. Sono inarrestabili serial killer senza scrupoli e senza una vera e propria ragione. Imprigionati dopo il 54° omicidio, diventano divi della televisione supportati dai media che li rendono mitici. La loro determinazione li porta ad organizzare una fuga dal carcere senza precedenti.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore