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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2015
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Lo sfondo storico è l’Atene della fine del secolo V a.C., qui la commedia di Aristofane (Lisistrata) e la vicende di giovani donne si intrecciano senza lasciare possibilità al lettore di smettere di leggere. Le immagini forti e il linguaggio Esplicito rendono bene l’idea di quello che doveva essere la vita (non mitizzata) del mondo greco antico.
L'amore di Barbero per la storia traspare in ogni suo libro. Ma questo è sorprendente. La storia, Sparta-Atene, la guerra, sono solo una cornice. Al centro ci sono le donne. Sottovalutate, sottomesse, usate, come in ogni epoca. Bellissimo romanzo.
Confesso che "Le Ateniesi" mi ha sconcertato: conoscevo il Professor Barbero per avere assistito ad alcune sue conferenze sulla Storia Medioevale, di cui è un apprezzato cultore, per averlo ascoltato, anche recentemente, in televisione e per avere letto alcuni suoi libri, primi fra tutti "I prigionieri dei Savoia" e "La guerra in Europa dal Rinascimento a Napoleone", ma non sospettavo che, trovatosi ad affrontare una storia ambientata nell'Ellade classica, si lasciasse trasportare a scene di una violenza quasi insopportabile quali quella dello stupro delle figlie di Trasilio e Polemone, Glicera e Charis, da parte del figlio del ricco Eubulo, Cimone e dei suoi amici Argiro e Cratippo e della strage che ne è seguita. Scene che sono in parte riscattate dalla vivida descrizione della messa in scena della "Lisistrata" di Aristofane, da quella dell'assemblea dei cittadini di Atene e soprattutto dal finale con il falco che vola sopra la città. Un richiamo all'attualità, che ci ricorda la posizione di Angela Merkel, è la frase pronunciata da Polemone "Manda via gli immigrati e qui non lavora più nessuno!". In definitiva, una lettura che, con le riserve prima indicate, può farci riflettere.
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