Due bambini, il mondo visto attraverso i loro occhi, occhi veri, senza sovrastrutture, senza differenze. Un tempo oscuro, buio. L'odio degli uomini che unge, macchie e sporca la purezza che solo un cuore di bambino riesce ad avere. Ed è bello vedere come il bene che si vogliono i due protagonisiti non si scioglie mai fino alla fine estrema e crudele. Alla fine del libro una morsa stringe il cuore ma ci si rende conto, in seguito, che i due bimbi vincono contro tutto e tutti. Questo è successo e togliere ad un bambino la favola dell'infanzia è il peggiore dei crimini.
Il bambino con il pigiama a righe
Leggere questo libro significa fare un viaggio. Prendere per mano, o meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e cominciare a camminare. Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto. Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che ci si augura di non dover mai varcare. Siamo nel 1942 e il padre di Bruno è il comandante di un campo di sterminio. Non sarà dunque difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica, oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un altissimo camino. Ma sarà amaro e doloroso, com'è doloroso e necessario accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con Shmuel, un bambino polacco che sta dall'altro lato della rete, nel recinto, prigioniero. John Boyne ci consegna una storia che dimostra meglio di qualsiasi spiegazione teorica come in una guerra tutti sono vittime, e tra loro quelli a cui viene sempre negata la parola sono proprio i bambini. Età di lettura: da 12 anni.
-
Autore:
-
Traduttore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Edizione:1
-
Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
FERDINANDO LOGORELLI 08 marzo 2017
-
Un libro che racconta l'olocausto da un punto di vista diverso , dal punto di vista di un bambino che non trova niente di diverso nel suo amico ebreo con cui trascorre del tempo a giocare nonostante uno sterminio in corso loro riuscivano sempre a divertirsi insieme finché un giorno decidono di vedere uno il mondo dell'altro, da un lato troviamo tutte le regole dei tedeschi tra cui anche suo padre che li sfruttava fino ad ucciderli, dall'altro invece gente triste denutrita e stanca che lavora finché i tedeschi non decidono il loro destino , come decisero quello dei bambini, solo così un tedesco capí il dolore che provocava a quella povera gente quando scopre che uno dei due bambini è il figlio.
-
Questo libro tratta un argomento come l'Olocausto visto con gli ochhi di un bambino che non riesce proprio a vedere la catttiveria umana e vede tutto come un grande gioco perchè per lui è impensabile che l'uomo sia cosi atroce.una storia davvero unica, meravigliosa e commovente, un'amicizia tra due bambini tanto simili e tanto diversi ma che li condurrà ad una fine uguale e atroce per entrambi.fa tanta tanta tristezza perchè purtroppo non è una storia di pura fantasia ma un'atroce realtà anche se passata.