Il bambino. Varsavia 1943. Fuga impossibile dall'orrore nazista

Sono rimasta un po' delusa da questo libro, perchè credevo che si sarebbe parlato molto più approfonditamente del bambino della foto. Titolo, copertina e quarta di copertina hanno contribuito all'equivoco (voluto?). In realtà l'autore tratta molto più ampiamente il ghetto, le deportazioni, la clandestinità, arrivando a identificare le due SS nella foto col bambino, ma su di lui e sull'uomo che, forse, potrebbe essere lui, si dice molto poco e quello che si sa non è certo. Si parla molto più diffusamente di Rivkah Trapkowits, ad esempio, che pure non ha legami immediati con la vicenda del bambino. Alla fine del libro l'autore spiega il modo in cui ha condotto l'inchiesta e come ritiene che le foto debbano essere usate per ricostruire la storia, la necessità di studiare tutto il contesto in cui sono state scattate prima di poter dire che "valgono più di mille parole", pena clamorosi fraintendimenti e analisi superficiali; su questo siamo d'accordo e giustifica l'ampia trattazione di fatti e personaggi, ma il bambino ne è solo una piccola parte, e allora mi chiedo perchè mettere lui in primo piano quando si tratta molto più diffusamente, ad esempio, di Rivkah Trapkowitz, che pure non ha legami direttissimi con la foto. Il libro comunque è stato interessante, ma non era quello che cercavo. Ho imparato storie e dettagli nuovi (non troppissimi se siete studiosi accaniti di questo sciagurato periodo storico) ma non era, ancora, quello che cercavo.

Il libro e' molto interessante, molto scorrevole nella lettura anche se angosciante nei suoi racconti. Le immagini sono raccapriccianti soprattutto perche' ben commentate da chi scatto' queste fotografie. Molto interessanti sono anche gli avvenimenti successivi al ritrovamento di questo album fotografico esibito un tempo come trofeo con estremo orgoglio da coloro che ne furono gli artefici. Da leggere e osservare.