Bel-Ami

Georges Duroy, il personaggio principale di questo bel romanzo di Maupassant, rappresenta il prototipo e l'antesignano del piccolo borghese arrampicatore sociale che senza alcuna sensibilità e rispetto mira al raggiungimento del suo illusorio obiettivo di affermazione e riconoscimento. La grandezza di Maupassant sta proprio in questo, nell'aver anticipato i temi e gli sviluppi di una intera società mettendo in scena un realismo decadente e cinico che colpisce anche e non a caso la politica e il giornalismo. Con uno stile elegante e classico ma anche coraggioso e anticonvenzionale Bel-Ami è uno dei punti più alti della prosa di Maupassant, meritevole di assurgere ai grandi classici da leggere assolutamente.

Il libro si legge in modo molto scorrevole e non impiega più di due giorni a essere terminato. La più grossa pecca del romanzo a mio avviso è proprio il protagonista che si può definire un individuo senza arte né parte, odioso dalla prima all'ultima pagina.

La primissima cosa che mi ha colpita di questo romanzo è lo stile: fluido, e direi anche piuttosto libertino per i tempi. Per questo è un romanzo facile da leggere, non ho incespicato lungo la strada. D'altra parte, però, verso la fine ho iniziato a stancarmi. Duroy l'ho detestato, un personaggio nauseante che, nonostante la vicenda, ho trovato piatto e mediocre. Mi è quasi parso che la trama e il personaggio non andassero in sintonia, ma fossero due cose ben staccate, poco compatibili. In alcuni punti ho trovato il romanzo davvero inverosimile, sbrigativo, molti dialoghi mi hanno irritata - forse per la loro banalità -, e i personaggi costruiti poco bene. Nonostante ciò, a differenza di tanti altri romanzi che non mi sono piaciuti, sento che l'autore ha ancora qualche sorpresa in serbo e il suo stile mi è rimasto impresso. Non voglio identificare un personaggio con la penna che ne ha dato vita, quindi tenterò con qualcosa di più autobiografico.