Big Bang

Prova per atto unico. Sulla vita, sulla morte. E poi aprire uno spiraglio nell’oscurità: per ritrovarsi? Ma ritrovare chi? Un vissuto opposto dove si celano atmosfere, assorbite come parte di sé, dilatate e laceranti? O cos’altro? “Ciò che si trova in questo breve scritto, è un pieno fatto di mancanze e una mancanza che anela alla salvezza. Ci si trova, ci si perde. Si corre avanti e all’indietro. E sempre. Quando correndo si pensa di avanzare... si sta fermi. E quando si pensa di essere fermi, invece si avanza. Questo slittamento di soglie (di significati e sensi) sposta il baricentro del cuore. Più si ausculta e più lui tace. Più si crea una distanza, più si sente”. È una vera sfida con i lettori per scoprire ciò che segretamente l’autrice sta raccontando. Sempre attraverso l’oscurità, mai attraverso la luce. E non per ricostruire quella storia, ma per tentare, in qualche modo, di annientarla. (dalla quarta di copertina).