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È un film che parla di sciamanesimo. Film straordinario per chi è affascinato, interessato o praticante del mondo sciamanico e delle sue pratiche. Per il amanti di western e spaghetti, che come ho letto non hanno capito il tema principale del film, consiglio B. Spencer. Buona visione a tutti!
Interessante storia,forse sarebbe stato più realistico ambietarla in amazzonia.
E dire che i primi 20minuti circa mi stavano piacendo.Fino a quando,cioè,il giovanotto Mickey Blueberry finisce,grazie ad una forzatura di sceneggiatura(ma comunque accettabile),tra le grinfie degli indiani Chirokawa. E da questi verrà cresciuto ed educato.Fin qui i dialoghi in rigoroso idioma pellerossa e le trasvolate della mpd per gli altipiani,i rigorosi dettagli stile western leoniano all'occhio (ma anche agli animali)e i capricciosi flashback di tanto in tanto inframmezzati(ma funzionali a ricordare che sin da principio la vicenda è un lungo flashback) erano particolari e avevano un che di delicato, forse perchè inscritti in una fotografia e in una scenografia suggestiva.Ma quando si comincia a stufarsi della bizzosa leziosità della mpd stile nibbio del canyon, quando vediamo di forza l'intromissione dell'elemento femminile nel plot (a mio avviso irrilevante con la storia -certo una bella donna non guasta mai, qualcuno obietterà...),quando per ravvivare (sottolineare??macchè!!)vediamo ricorrere ad affetti a ralenti e quant'altro, quando vediamo il faccione di Wally,poco ci manca che il timore che si possa decadere nel tarantiniano si stia materializzando clamorosamente. Fortuna che flashback e qualche montaggio dall'effetto caciarone a parte, Kounen non ha la verve dialoghistica di Quentin, nè tanto meno ha pagato i diritti a qualche band anni Settanta per usufruire di un loro brano musicale a suggellare il tutto.[...]Il risultato?Kounen trascina lo spettatore in un pretestuoso soggetto cinematografico per arrivare al climax tutto computer grafica, che con dei frattali impazziti (va detto però: molto suggestivi e riusciti) modello Windows Media Player ci trascina nel tunnel in cui l'arrancante Blueberry gongola a causa di un lisergico intruglio di un pellerossa. In questo ping pong di rimandi temporali, capiamo finalmente che Kounen voleva solo farci partecipi dell'infantile stupore che lo soprassale quando si compiace della riuscita composizione di un bilione di bit. *G.M.
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