Bologna 1964. Lo scudetto in 90 minuti

Ci sono almeno 33 gradi quando le squadre scendono in campo: dirige Concetto Lo Bello, il miglior arbitro italiano dell'epoca (o, meglio, quello di maggiore personalità), la partita è trasmessa in diretta televisiva con il commento di Nicolò Carosio. Bernardini sa che l'avversaria è "scarica psicologicamente, non aveva più voglia di mangiare, sazia com'era". Lascia il gioco all'Inter, limitandosi a controllarla nel primo tempo e aspettando che si spenga definitivamente nel clima infuocato di Roma. In attacco dà fiducia al solito Nielsen (autore di una bella conclusione prima dell'intervallo, sventata in angolo da Sarti) e sposta ancora più avanti Haller e Perani. Proprio da un'iniziativa del tedesco ha origine nella ripresa l'episodio che cambia l'inerzia del match. Picchi lo atterra al limite dell'area, con un intervento che genera un parapiglia. Calcio di punizione che Bulgarelli tocca a destra per Fogli: rasoterra leggermente deviato da Facchetti, ultimo uomo in barriera, che conclude la corsa vicino al palo sinistro. È il vantaggio rossoblù al 302. La reazione dell'Inter è velleitaria, nove minuti dopo Haller recupera palla sulla propria trequarti e allarga a sinistra per Perani. Una volta superata la metà campo, l'ala suggerisce per Fogli che vede in area di Nielsen: il danese batte sul tempo Burgnich e conclude di sinistro in diagonale sul palo opposto, lo stesso dell'1-0.Impossibile per l'Inter poter pensare di recuperare, i minuti finali servono soltanto a scandire il conto alla rovescia che avvicina la squadra rossoblù al settimo scudetto della sua storia. Quando Lo Bello mette fine al match, Carosio commenta asciutto: "L'arbitro consacra in questo momento il Bologna campione d'Italia". Bernardini si toglie l'immancabile cappello prima di cominciare a festeggiare, i giocatori si prendono il tecnico sulle spalle e lo portano in trionfo, mentre Herrera imbocca in solitudine la via degli spogliatoi. Il Bologna è riuscito a spezzare il potere delle squadre.