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Idea di fondo forte e interessante, che sembra provenire da una commedia musicale italiana di molti anni prima, "Un mandarino per Teo". Ed è abbastanza interessante anche il film: perchè dice molto ma non tutto; perché per quasi tre quarti non si capisce se sia horror, thriller, fantasy o fantascienza (in realtà si rivelerà di tutto un po’, ma con una accelerata finale verso la fantascienza); e perché il finale non è troppo consolatorio. da vedere, pur senza aspettarsi troppo.
Inquietante... Leggerò il racconto da cui è tratto per capire alcuni elementi rimasti oscuri e inspiegati.
Inquietanti bizzarrie e suggestive stranezze sono disseminate per tutto il film a dare un tono singolare alla vicenda. Frank Langella, con il volto mezzo mangiato, è una presenza sinistramente toccante resa ancora più significativa dalla recitazione urbana e contenuta dell'attore. Il dilemma e il problema etico sono però affrontati dal film con un tono ordinario che non aiuta a valorizzarne la portata e non ne accresce la drammaticità. Il miraggio della ricchezza può corrompere chiunque, ma questa non è una novità. Una famiglia tutto sommato benestante (con qualche problema, ma chi non ne ha?) cede alle lusinghe dei soldi per soddisfare bisogni che potrebbe affrontare diversamente, come il plantare speciale ideato da Arthur per Norma dimostra. Ed è proprio questo il punto del film, che si allarga verso una riflessione più ampia. Quella che sembrava una "semplice" questione morale individuale (prendere la vita di uno sconosciuto in cambio di molti soldi) si rivela qualcosa di più complesso. Il clima si fa progressivamente sempre più angoscioso. Indizi e trabocchetti si moltiplicano in una situazione nella quale anche la solidarietà tra i coniugi sembra incrinarsi. La paranoia tipicamente mathesoniana prende possesso del film, con i protagonisti circondati da allusioni, minacce, inquietudini che invadono improvvisamente il tranquillo contesto in cui sono abituati a vivere. Tutti sembrano nascondere qualcosa; la città sembra percorsa da una cospirazione globale. Fidati solo di te stesso, è la filosofia, ma a volte nemmeno quello è sufficiente. Il tutto immerso in un periodo storico preciso, che ci sembra lontano, con le sue speranze e le sue pulsioni verso lo spazio esterno. Però il dramma non riesce a superare la barriera di un'esteriorità schematica e a far sentire il problema morale come vero e vivo. Qualche spunto metafisico cade un po' piatto nel calderone di sottintesi e sottotesti a cercare di complicare qualcosa che resta nella sostanza sin troppo lineare.
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