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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2010
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Indice
Prologo
BOSCH GUARDO' attraverso lo spioncino quadrato e vide che l'uomo era solo. Estrasse la pistola dalla fondina e, come da procedura, la porse all'agente di guardia. La porta d'acciaio non era chiusa a chiave. Immediatamente un odore di sudore e vomito gli colpì le narici.1
"STA ARRIVANDO QUALCUNO."Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Da leggere.
anche questo libro è semplicemente stupendo lo cercato l'ho comprato l'ho letto e soono stato bene solo dopo averlo finito in 2 giorni scarsi. Eccezionale anche se il vero protagonista non è il mitico Bosch ma il grande Mc. da leggere
Connelly si cimenta in una storia che vede come protagonisti il suo personaggio più famoso (il mio amato Bosch) e il tenero-carismatico-malaticcio McCaleb. Scelta che ho gradito, quella di far incontrare questi due personaggi di carta, scelta che contribuisce a rafforzare e rendere ancor più reale l’immagine - già presente dentro me – di questa Los Angeles “connelliana” alternativa. La storia prende subito ritmo grazie ad un omicidio piuttosto particolare e ad una indagine interessante, misteriosa e ben descritta. Mi sono chiesta più volte se Connelly avesse avuto questa storia nella penna da tempo, magari lì ferma ad aspettare il momento giusto per raccontarla… perchè quel che accade (e non posso svelare nulla per chi non l’avesse letto) si sposa perfettamente con quanto l’autore ci ha detto finora nei libri precedenti… La seconda parte del libro accusa forse una certa scontatezza, nel senso che il finale è piuttosto chiaro a partire da poco più della metà. Una specie di novità per questo autore, che ci ha abituato a tenerci sulle spine sino all’ultima pagina. In ogni caso ho trovato la trama ben costruita e alcuni fatti che nella prima parte mi era parsi forse un po’ forzati sono stati poi ben spiegati nel successivo svolgimento. Insomma. Un buon libro che mi fa, come sempre, venire una voglia matta di buttarmi subito su quello successivo. Ho ritrovato un Bosch invecchiato, non nel fascino ma nello spirito. Un Bosch stanco, quasi vinto dagli eventi personali. Connelly non lo tratta troppo bene in questo romanzo, anche se forse un po’ lo salva sul finale.Oltretutto ho avuto l’impressione che questo non sia un libro che faccia parte della saga di Bosch, ma quasi uno stand-alone che si ritrova tra i coprotagonisti niente meno che questo adorabile personaggio.Mi vien quasi da pensare che Connelly stia iniziando a odiare questa sua creatura. Forse si è reso conto che ha vita propria, sta provando a ridimensionarlo, renderlo un po’ antipatico. Ma non ci riesce. Bosch, per me, ne esce ancor più umano e VERO.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Cercò di non sembrare nervoso. Non sarebbero stati solo i giurati a studiarlo e a giudicare il suo comportamento e la sua personalità. Era la prima volta, in molti anni di testimonianze, che non si sentiva completamente a suo agio. Essere dalla parte della verità non gli era di conforto, sapendo che tra lui e la verità c'era un cammino irto di ostacoli, predisposti da un imputato ricco e ben introdotto e dal suo avvocato."
Non ci troviamo di fronte a un classico giallo, ma a un'originale operazione di autocitazione: Terry McCaleb e Harry Bosch, i due "storici" protagonisti dei romanzi di Connelly, sono qui affiancati in un'unica indagine.
L'autore, così dichiara lui stesso, non ha prevalente interesse per la vicenda narrata, quanto è stimolato dall'osservazione dei meccanismi psicologici che hanno dato origine alla storia stessa e all'analisi di come gli individui, nella varietà dei loro caratteri e delle loro motivazioni, si modifichino e si evolvano all'interno e di fronte a eventi tragici e sconvolgenti.
I due investigatori, McCaleb e Bosch, incarnano due diverse concezioni della propria funzione: se per il primo lo stimolo ad agire è quello di compiere correttamente il proprio lavoro, ristabilire l'ordine e permettere alla giustizia di fare il proprio corso, per Bosch il coinvolgimento è molto più profondo e viscerale. La vita lo ha provato, considera gli esseri umani corrotti e pericolosi, ha subito troppe volte il male che altri uomini hanno provocato, è infine rimasto solo e questa solitudine è una specie di condanna insopportabile da cui non sa, e in parte non vuole, liberarsi. La caduta negli abissi, l'oscurità che vede dentro di sé, riesce a riscattarlo grazie al ruolo di giustiziere che si è dato: si muove senza regole, senza impacci, vuole raggiungere a tutti i costi il colpevole e vederlo punito, anzi, cercare in qualche modo di punirlo lui stesso.
Questa duplice e opposta concezione di "tutore dell'ordine", corrisponde anche alle due diverse psicologie: positivo e intellettualmente ordinato, McCaleb ha una serenità interiore che il calore degli affetti familiari corrobora.
Il buio, Connelly parla appunto di darkness, domina l'animo di Bosch, e la sua è una graduale discesa agli abissi che solo il ruolo e la funzione giustifica tanto che il confine tra lecito e illecito è sempre più incerto e sfumato.
Nel romanzo questi concetti si realizzano nell'evoluzione della vicenda stessa quando le indagini compiute da McCaleb si intrecciano con quelle di Bosch e diventano, per quest'ultimo, essenziali per incastrare il colpevole e scagionare se stesso dai sospetti che la sua condotta non sempre irreprensibile gli addensa intorno.
Il buio oltre la notte è forse tra i migliori romanzi di Connelly, scrittore intelligente e raffinato che rappresenta uno dei più interessanti esempi della narrativa contemporanea americana di genere, specchio di una città violenta e spietata, Los Angeles, che permea tanto profondamente l'animo dei suoi abitanti da diventare paesaggio interiore. È questo che colpisce leggendo i romanzi di Connelly, è questo che temiamo possa essere la deriva di tutte le metropoli contemporanee: la distruzione dell'anima e della pietà.
A cura di Wuz.it
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