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Le Case del malcontento - Sacha Naspini - copertina
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Le Case del malcontento
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Le Case del malcontento - Sacha Naspini - copertina
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Descrizione


Un romanzo che gioca con suggestioni care al thriller psicologico, al gotico rurale e al memoir storico. Un’indimenticabile Spoon River dei nostri giorni.

C’è un borgo millenario scavato nella roccia dell’entroterra maremmano, il suo nome è “Le Case”. Un paese morente. Una trappola di provincia. Un microcosmo di personaggi che si trascinano in un gorgo di giorni sempre uguali: buongiorno, buonasera, e sorrisi che già assomigliano alla grinta di un teschio. Fino al giorno in cui la piccola comunità viene sconvolta dall’arrivo di Samuele Radi, nato e cresciuto nel cuore del borgo vecchio e poi fuggito nel mondo. Il suo ritorno a casa è l’innesco che dà vita a questo romanzo corale: la storia di un paese dove ognuno è dato in pasto al suo destino, con i suoi sprechi, le aspettative bruciate, le passioni, i giochi d’amore e di morte. Perché a Le Case l’universo umano non fa sconti e si mostra con oscenità. Ogni personaggio lascia dietro di sé una scia di fatti e intenzioni, originando trame che si incrociano, si accavallano, si scontrano dopo tragitti capaci di coprire intere esistenze. A Le Case si covano segreti inimmaginabili, ci si vende, si ammazza, si disprezza, si perdono fortune, si tramano vendette, ci si raccomanda a Dio, si vendono figli, si vive di superstizioni, si torna per salvarsi, si tradisce, si ruba, ci si rifugia, si cerca una nuova vita, si gioisce per le disgrazie altrui. Talvolta, inaspettatamente, si ama.
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Dettagli

E/O
2018
28 febbraio 2018
458 p., ill. , Brossura
9788866329268

Valutazioni e recensioni

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Patrizia
Recensioni: 5/5

Condivido le opinioni di chi mi ha preceduto. Aggiungo: straordinaria la capacità di piegare il linguaggio alle necessità del vero. Ho molto apprezzato il lessico.

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Capolavoro
Recensioni: 5/5

Una voragine di personaggi che si raccontano e raccontano, attraverso una scrittura MAI pesante o artificiosa, la propria vita e non solo in un piccolo borgo toscano. Dove tutti si conoscono e si amano (odiano) a modo loro. La cosa più bella è che progressione cronologia avviene nei racconti che si succedono. Non raccontano cioè un solo momento ciascuno a modo proprio, ma ciascuna racconta diversi momenti della storia avanzando cronologicamente. Se, per dire, Tizio parla di Caio nel primo capitolo, nell'ottavo capitolo Sempronio ci parla di Caio, ancora e scopriamo che magari è in ospedale per una indigestione (è solo un esempio, niente spoiler). Ciascun personaggio invecchia, progredisce e avanza nelle parole di ciascuno dei suoi compaesani. Scheletri nell'armadio, tradimenti, segreti e bugie. Ma il finale. Il finale è stupefacente. Ma perché di questo libro ho sentito parlare così poco? leggetelo!!!

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Agosto
Recensioni: 5/5

Bellissimo libro e di facile lettura. Il finale è una poesia inaspettata. Consigliato.

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Recensioni

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Voce della critica

Nell’ultimo decennio, “ombelicale” pareva diventato l’insulto peggiore per un libro, un’autore o un’intera, supposta, letteratura, la cui ampiezza era forse il prodotto dell’infornata di esordienti seguita al successo avuto da alcuni di essi a metà anni zero: difficilmente, infatti, un autore al primo libro va troppo lontano dal proprio ombelico (né ciò è per forza un difetto: il recente Maestoso è l’abbandono di Sara Gamberini è un esempio di narrazione ombelicalissima eppure valida); se è vero, allora, che la “bolla degli esordienti” nel frattempo è esplosa, apparirà normale che oggi, cresciuti gli autori e tornate le case editrici a diffidare degli esordî, sboccino opere che vanno nella direzione opposta: quella della creazione di mondi. Al di là del distopico in voga, rispetto a cui sono appena arrivate sugli scaffali due interpretazioni italiane di grande originalità, Il grido di Luciano Funetta e Miden di Veronica Raimo, questa primavera vede l’avvento di almeno due lavori in cui la costruzione di un universo con proprie leggi, e la ricerca di verità ulteriori attraverso la rappresentazione che si svolge al suo interno, è il dato centrale…   
…romanzi come Le case del malcontento di Sacha Naspini, a cui l’autore grossetano arriva dopo una bibliografia all’apparenza disorganica – ma a volte, negli autori di talento, la colpa di ciò è di un campo editoriale non sempre in grado di assecondarne il percorso – e in cui riannoda i fili gettati con le sue prime opere: le atmosfere sono quelle dell’esordio L’ingrato, uscito nel 2006 per effequ, e dei due romanzi che gli hanno dato una prima notorietà nazionale – I Cariolanti e Le nostre assenze (Elliot 2009 e 2012) – ma il respiro è ben diverso: quella che viene disposta nell’immaginario, e oltremodo arcigno, borgo maremmano delle Case è infatti una grandiosa partita a scacchi – di più: a Kriegsspiele – in cui il gioco di caratteri ha dell’universale, oltre che dell’abissale: la dimensione locale viene trascesa, sublimandosi in un assoluto dove le suggestioni ancestrali si fanno strumenti atti a raccontare una disperazione e una rabbia tornate a governare la coscienza collettiva del paese…

Vanni Santoni

   

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Conosci l'autore

Sacha Naspini

1976, Grosseto

Ha pubblicato vari libri, tra cui "I sassi" (Il Foglio), "Noir Désir. Nè vincitori nè vinti" (Perdisa Pop), Con "I Cariolanti" (Elliot, 2009) si è rivelato una delle migliori voci della narrativa italiana di oggi. Nel 2012 Elliot ha pubblicato anche il suo romanzo "Le nostre assenze", racconto degli avvenimenti che hanno coinvolto tre generazioni di una famiglia toscana. Il suo sito web è www.sachanaspini-eu.

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