Casino totale. Nuova ediz.

Primo libro dell'unica trilogia che mi ha appassionato quasi piu di guerre stellari. (Gli altri libri, in ordine, sono Chourmo e Solea) Tutti i personaggi sono descritti con profondità e realismo, e non è sempre facile distinguere il bene dal male: Izzo riesce a trascinare il lettore nei dilemmi etici che si trova ad affrontare Montale. Seppur scritti 20 anni fa in una città molto caratteristica come Marsiglia, le periferie descritte non sono poi così diverse da quelle attuali. Consiglio la lettura, con accanto una bottiglia di Lagavulin.

Non ero un amante del genere giallo ma mi sono dovuto ricredere. Su consiglio di alcuni amici ho iniziato a leggere questo romanzo che nel giro di poche pagine mi ha catapultato in uno scenario mediterraneo di cui mi sono subito innamorato. Tra zuppe di pesce, misteri ed il sole di Marsiglia è impossibile non immedesimarsi nel suo protagonista: Fabio Montale. Un poliziotto buono, di quelli che preferiscono il dialogo e che che conoscono bene cosa vglia dire per un ragazzo crescere nei quartieri vicini al vecchio porto di Marsiglia negli anni '80-'90. Leggere in seguito Chourmo e Solea, che fanno parte di questa trilogia, è stata la naturale conseguenza perchè ormai mi ero completamente immedesimato nel suo protagonista. Consiglio di leggerlo ovviamente d'estate e se possibile in riva al mare...ah, ovviamente anche io sono poi stato a Marsiglia!

Il romanzo è ambientato a Marsiglia dopo il 1991 ed è il primo della trilogia che ha per protagonista il quarantenne Fabio Montale. In questo episodio ancora poliziotto, egli deve scoprire chi ha ucciso alcune persone a lui care. Benché gran “tombeur de femme”, non ha famiglia e non riesce più a stringere amicizie con coetanei. Per cui l’impronta data alla narrazione è molto nostalgica anche in quell’accurata e perenne descrizione dei luoghi che invoglia a lasciare tutto e partire per visitare Marsiglia. Le frasi brevi, ritmiche, incomplete e incalzanti che Izzo mette in bocca al protagonista, gli odori dei cibi e dei luoghi, entrambi speziati perché rispecchiano quel “melting pot” di culture che è il porto marsigliese, i profumi ancora una volta speziati delle sue tante donne, le sue letture demodé (vedi il poeta Louis Brauquier e i romanzi di Conrad), la vecchia musica soprattutto blues e jazz, ma anche le canzoni di Calvin Russel, e tanto altro ancora, rendono molto coinvolgente leggere quello che Simenon non avrebbe esitato a definire un “roman dur”.