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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2016
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Uno dei migliori romanzi moderni di letteratura weird. Un autore che ha saputo coniugare la tradizione classica di scrittori come Lovecraft e Machen, con il gusto e la sensibilità moderna. Azione e atmosfera si fondono in maniera perfetta. Intriganti i terribili misteri neri mai del tutto svelati dell'antropologa co-protagonista del romanzo. Una lenta discesa nell'abisso, avvincente e misteriosa, l'orrore descritto magistralmente nella tremenda rivelazione nel dolmen tra la fitta boscaglia, i dubbi atroci del vecchio Don, l'antica Sanguisuga, degna erede dei miti di Cthulhu e una setta abominevole e millenaria che custodisce arcani segreti. Un ritmo a volte lento e altre concitato, un testo che pur non contenendo profonde riflessioni filosofiche, riesce a coinvolgere e appassionare, e se non fosse per alcune gratuite volgarità (spesso una costante degli autori moderni), il libro ne guadagnerebbe in qualità. Il volume sino ad ora migliore insieme all'antologia "Nuovi incubi" della collana "Modern weird", lodevole iniziativa editoriale, però qualitativamente discontinua, perche' riflette perfettamente l'entità del panorama contemporaneo del weird. Autori lodati dalla critica, ma secondo me eccessivamente sopravvalutati come Simon Strantzas, scrittore che denota poca originalità, deficitaria qualità stilistica e carenza d'immaginazione. Altre pubblicazioni deludenti nella medesima collana sono: il solito romanzo Lovecraftiano, opera questa volta scritta dal mediocre Ramsey Campbell, la raccolta di racconti vacui e senza mordente della francese Salzman, gli orrori Barkeriani e pornografici della Llewellin e la discutibile antologia "Strane visioni" di nuovi autori (?) italiani. Speriamo di future uscite in questa collana magari dedicate ad autori di ben altro spessore come John Langan, Richard Gavin, Caitlin Kiernan e T.E. Grau, scrittori di cui la Hypnos ha già pubblicato almeno un racconto.
Per gli appassionati della letteratura horror più sofisticata e colta, questo romanzo e il suo autore rappresenteranno una piacevolissima sorpresa. Laird Barron - che in certe foto pare il perfetto compare dei Dennis Hopper e Peter Fonda di "Easy Rider" - è un autore originale che fa propria la lezione di Lovecraft Hodgson e Machen creando però qualcosa di moderno e innovativo (con i suoi racconti ha già vinto lo Shirley Jackson Award e il Bram Stoker Award). "La cerimonia", il cui preambolo è collocato nel tempo indefinito delle favole nere, si svolge in tre diverse epoche, gli anni cinquanta, il 1980 e il presente. Protagonista è Don, un anziano geologo, vittima di amnesie e allucinazioni, la cui vita è scandita da episodi misteriosi. Negli anni cinquanta conosce e sposa la geniale e bellissima antropologa Michelle che a Città del Messico scompare per 48 ore. Don, cercandola senza successo, viene a contatto con una serie di personaggi inquietanti. Nel 1980 mentre Don indaga su una inspiegabile anomalia geologica nelle remote montagne del nord-ovest degli Usa e scopre qualcosa di abominevole e inumano, Michelle ha un incidente durante una spedizione in Siberia, dalla quale esce sfigurata. Nel presente, mentre moglie e figlia sono a Istanbul, un vecchio e debole Don scopre insieme al figlio nei boschi intorno a casa un misterioso dolmen che pare spuntato dal nulla e che si rivela la porta di accesso ad un mondo sotterraneo. Il protagonista, cui tutto per qualche istante torna chiaro, sarà costretto a fare una scelta assurda e drammatica. Ne "La cerimonia" ci sono l'orrore cosmico e l'eco potente dei miti di Cthulhu, la leggenda del Piccolo Popolo e i familiari terrori delle favole in cui l'Uomo Nero mangia i bambini. Insieme a Thomas Ligotti, Laird Barron è una garanzia di nuovi e gustosissimi incubi.
Non male. In mezzo alla palude che caratterizza oggi questo genere letterario non è male.
Recensioni
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