L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Banalmente noiose. Non il Cunningham al quale siamo abituati. Rivisitazione di favole non sempre comprensibile. Alla fine rimane solo il discutibile uso, fatto dal traduttore, dell'articolo davanti alla w.
Non so se sia un semplice caso: è un fatto che Michael Cunningham, scrittore apertamente omosessuale, nei dieci racconti di Un cigno selvatico, illustrati da Yuko Shimizu, ha rivisitato alcune tra le fiabe occidentali più conosciute. E le ha rese accattivanti, commoventi, inquietanti, con evidenti messaggi morali; proprio come, prima di lui, Angela Carter, una donna che scriveva senza alcun imbarazzo di sessualità nelle sue forme più varie, aveva fatto nella raccolta La camera di sangue. Si tratta di due stili molto diversi, ma entrambi colpiscono nel segno. I racconti di Cunningham sono moderni, e i protagonisti sono tutti carismatici, intelligenti, spesso sfortunati. Personalmente, ritengo che il vero tesoro del volume sia La vecchia pazza: la storia della strega di Hansel e Gretel, una donna che ha avuto molti uomini e che si ritrova sola. Nelle fiabe di Cunningham c'è posto anche per il principe necrofilo di Biancaneve (Avvelenata) e per Omino (uno gnomo che diventa schizofrenico per sopportare la solitudine). Bestie è il racconto forse più amaro della raccolta: Cunnigham ci spiega che la bestia è diventata tale perché da umano era uno stupratore. E che forse era meglio lasciarlo ai patimenti previsti dalla sua forma bestiale.
Deliziosi racconti! Un po' alla Angela Carter, ma diversi. E mettono davvero paura! Bellissime anche le illustrazioni di Yuko Shimizu che fanno parte integrante del libro per cui l'autrice (o autore) andrebbe citata in copertina. Io non me ne intendo ma scommetto che è famosa (o lo diventerà) e il suo nome in copertina potrebbe attirare altri lettori
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Che nel mondo delle fiabe non fosse tutto rose e fiori lo avevamo capito fin da bambini. A bellissime fanciulle innamorate e principi coraggiosi pronti a salvarle, hanno sempre fatto da contraltare perfide matrigne, streghe maligne, orchi spaventosi e folletti birichini. Ogni fiaba ha un lato oscuro, a volte un velo sottile, altre volte un segno più deciso, ma in ogni caso, l’innocenza e la spensieratezza non regnano sempre incontrastate.
Michael Cunningham, tuttavia, con il suo Un cigno selvatico esplora ancora più nel profondo gli aspetti tetri delle fiabe, riproponendo in chiave oscura i classici protagonisti, dei quali riesce a mostrare un aspetto completamente diverso, scoprendone debolezze e perversioni. E così, Hansel e Gretel diventano due teppisti violenti e senza freni, il principe ritiene Biancaneve molto più eccitante da morta e la Bella rimpiange la Bestia, ora che si ritrova a vivere con un ragazzo così ordinario…
Dieci favole dark, o meglio dieci anti-favole, splendidamente illustrate da Yuko Shimizu, ricche di umorismo e venate da quel tocco di cinismo tipico delle fiabe popolari, dieci racconti che si rivelano essere molto attuali, anche grazie all’ambientazioni atemporale nella quale l’antico incontra il moderno. Una raccolta interessante e originale, ricca di sfumature, finemente delineata dallo stile impeccabile ed elegante che ci ricorda, ancora una volta, che Michael Cunnigham è uno degli autori più interessanti dei nostri tempi.
«La gran parte di noi non corre rischi. Se non siete un sogno delirante nel sonno degli dei, se la vostra bellezza non turba le costellazioni, nessuno vi lancerà un incantesimo».(p. 11) Dentro ogni favola, precisa Cunningam nell’introduzione, non a caso intitolata Dis-Incanto, c’è un non-protagonista, qualcuno che non è interessante da raccontare e che proprio per questo soffre, roso dall’invidia, e può diventare pericoloso, finendo per acquistare l’importanza, nella trama di una storia, che hanno i veri protagonisti.
Queste fiabe mettono in mostra il lato più perverso e oscuro dei protagonisti, e ci mostrano i peggiori aspetti della società nella quale viviamo, tutta l’impotenza, la bassezza e la viltà di cui siamo capaci. Sì, l’autore parla di tutti noi, di quando la nostra parte peggiore, quella più meschina e nera rischia di prendere il sopravvento su tutto il resto, rendendoci invidiosi, arrabbiati e gretti, capaci di gioie segretamente delle sofferenze altrui. E, decisamente, per nulla “felici e contenti”.
Recensione di Chiara Barra
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore