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Anno edizione: 2018
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Un bel romanzo molto attuale nei temi. Una famiglia divisa, genitori divorziati ed un figlio: un giovane calciatore bello e bravo. Un figlio che è l'orgoglio dei suoi genitori e che si vantano di averlo ben educato. O meglio si illudono di averlo fatto. Ma l'ambiente calcistico non è pulito e loro scoprono che il loro unico figlio non è quello che pensano. Un giallo noir ben scritto, pieno di colpi di scena e di vita vissuta
Inizio molto promettente, soprattutto per le considerazioni di argomento sociale legate all'iperconnessione, alla capacità del quarto potere di pilotare l'opinione pubblica e non solo quella, all'indagine sul marcio che alligna nel calcio fin dalle categorie giovanili, ai rapporti genitori - figli, in particolare nella sottospecie genitori divorziati - figli. Sviluppo che non sempre mantiene le promesse iniziali, con un ritmo che a volte rallenta o si ferma del tutto, senza che ciò appaia funzionale ad altre esigenze narrative. Deludente il finale (o meglio: pseudo finale) precipitoso e confuso, secondo i miei personali parametri troppo anche nella prospettiva di lasciare aperta la strada al proseguimento della storia, e troppo, in particolare, se consideriamo l'intenzione palesata dall'autore stesso nella presentazione a cui ho assistito dieci giorni fa: più che una serie di quattro romanzi, nel disegno di Simi gli ultimi due e i prossimi due dovrebbero andare a comporre un arcipelago (cit.) di quattro isole connesse ma indipendenti, tali da lasciare al lettore la libertà di scegliere quale visitare per prima senza che ciò pregiudichi la comprensione dell'insieme, a prescindere cioè dall'ordine di lettura. Mi è piaciuta molto la scelta di comporre il romanzo come una lunga lettera scritta dal padre al figlio: rende percepibili, pur nella schiettezza che si può raggiungere solo a distanza di tempo da eventi molto sconvolgenti, alcuni silenzi, alcuni passaggi sui quali il padre nonostante tutto decide di soprassedere, di non aprirsi del tutto (verisimili nel contesto oltre che funzionali all'intento dell'autore di non chiarire proprio tutto in vista del completamento della serie). Ma nel complesso ho concluso la lettura con una certa delusione.
Luca è un promettente giovane calciatore tenuto in grande considerazione dai dirigenti della sua squadra e ritenuto indispensabile anche dai suoi compagni, specialmente Christian e Momo, con i quali condivide tutto, dentro e fuori dal campo. Con la sua squadra vince un importante torneo giovanile, segnando il rigore decisivo, e per festeggiare alla sera vanno tutti in discoteca. Il giorno dopo Dario, il padre di Luca, riceve una telefonata: la polizia sta perquisendo la stanza del figlio, la notte precedente una ragazzina, Aurora, si è presentata al pronto soccorso piena di lividi e con il viso sfigurato, accusando Luca di violenza e stupro. Ed è proprio Dario a raccontare 'a distanza' a Luca, e a noi lettori, quello che è successo nei 25 giorni seguenti. Perché il suo essere padre ed ex giornalista di cronaca nera lo portano a 'fiutare' che tutta la verità non è emersa e lui vuole scoprire cosa sia veramente successo quella notte. Le sue 'indagini' lo porteranno ad incrociare la strada degli inquirenti, dell'avvocato difensore, dei dirigenti della squadra, di Aurora e di suo padre, della ex moglie Giulia e del nuovo compagno di lei che è anche il procuratore del ragazzo. E la verità uscirà alla fine, quando anche il mondo poco limpido che gira intorno a Luca e ai suoi compagni verrà smascherato, quando sembra che tutto sia perduto, quando chi è padre avrà fatto le sue scelte, quando i tre nuclei, quello di Luca, quello di Aurora e quello della società di calcio decideranno se comportarsi o no ' come una famiglia '. Romanzo che tocca vari aspetti della vita dei ragazzi di oggi: il desiderio di emergere, l'importanza del gruppo, il contrasto con i genitori, l'uso non sempre positivo dei social, la fragilità, le insicurezze, la voglia di essere autonomi pur desiderando che qualcuno si prenda cura di loro. La scrittura è fluida, la trama ben congegnata, il finale non banale.
Recensioni
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L’ultimo gruppo di lettura ha visto protagonista il libro di Giampaolo Simi – Come una famiglia. Protagonista Dario Corbo, che in questo libro racconta e si racconta in una lettera aperta al figlio Luca, calciatore esordiente, accusato di un crimine. Ex giornalista, padre separato si interroga raccontando la vicenda, si mette a nudo e si mette in discussione: il suo seminato, le sue azioni, l’educazione impartita al figlio sono state corrette?
Il mestiere del genitore è forse il più difficile al mondo, ma in questo libro è ben visibile uno spaccato dell’Italia odierna: tutto si fa per rendere la vita facile ai figli, non mettendoli davanti alle responsabilità delle proprie azioni, ma intervenendo anche oltre alla legalità per ostentare la famiglia felice del Mulino Bianco; nella stessa misura il racconto di una gioventù assente, catturata più dall’immagine di se stessi che dalla responsabilità e dal conto che la vita ci presenta tutti i giorni.
Un libro importante, una penna decisa, tagliente. Dario Corbo, piace, affascina, destabilizza, fa arrabbiare fino al limite delle botte, ma è veramente una radiografia di tutto quello che ci circonda.
Il rapporto tra un padre e un figlio messo a confronto dal rapporto tra un padre e una figlia, in un caso con una mamma troppo pressante e presente, dall’altra da una mamma fragile e non troppo curante della figlia. Giampaolo Simi con il suo romanzo vi porterà in altalena, un’altalena di emozioni e idee condivisibili o meno.
Il personaggio che più ho apprezzato è stato Nora, che nel suo silenzio, nel suo modo di vivere artistico ha una visione delle cose e della vita netta e solida, dritta al punto sempre (e per capire meglio il personaggio bisognerà aver letto La ragazza sbagliata).
Ho amato questo libro, nonostante sia qualche giorno che ho finito di leggerlo faccio fatica a staccarmene, mi ha toccato corde interne che non avevo ancora focalizzato e mi ha portato anche a meditare sulle tante notizie che ci circondano giorno dopo giorno sparate da notiziari e giornali. Ve lo consiglio, nel bene o nel male sarà un’ottima lettura, perché un autore che per due pagine descrive un rigore tenendovi incollati al racconto può solo essere un’ottima penna.
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