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Film intenso , ricco di sensualità e colpi di scena , bravi tutti gli attori diretti sapientemente.
Ho trovato questo Film SPLENDIDO uno dei pochi che dopo la visione mi ha fatto venire voglia di rivedere subito! Spaccato di vita che succede più spesso di quello che si crede. Da vedere
"C'è troppo Schopenhauer in questo Wagner, lo trovo deleterio e malsano": parafrasando il protagonista, si potrebbe dire che il regista milanese, al suo secondo lungometraggio, non abbia ancora raggiunto un sano equilibrio tra visionarietà estetica e dialettica drammaturgica, contenutistica. Sembra quasi voglia emulare Ozpetek, che però sappiamo essere già un vago adombramento dei vicini iberici ben più genuini e passionali. La storia dello psicanalista in crisi è ormai ritrita, ricorda troppo da vicino il Moretti della Stanza del figlio; la presenza di Alessandro Gassman stona perché dona quella simpatica verve a un film che non ne ha perché non ne vuole avere... Una storia negativa davvero poco pedagogica di cui come omosessuale mi vergogno: c'è davvero ancor oggi bisogno di far tanta tragedia perché il figlio potrebbe essere gay (cos'avrà imparato mai da 5 anni in America? dov'era, in Alaska o tra gli amish?!) o perché il marito potrebbe essere bisex! Tutta colpa di sensi di colpa che nemmeno un uomo di scienza riesce a gestire, di certo non aiutato dal violoncello funebre di Andrea Chenna: veramente i bisessuali in Italia hanno ancora molta strada da fare! Peccato anche che Thyago sia stato doppiato...
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