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Anche se la notizia può apparire sorprendente, le opere di Antonio Vivaldi hanno avuto notorietà soltanto nel ventesimo secolo. I contemporanei nutrivano grande stima nei confronti del maestro in qualità di violinista, ma ritenevano soltanto mediocri le sue composizioni. In realtà a Vivaldi va riconosciuto il merito assoluto di aver elaborato una nuova forma di concerto solistico, che ha retto come modello musicale fino alla nascita del concerto classico. Le famose "Quattro Stagioni" ne sono forse l'esempio più celebre, ma in realtà la produzione di Vivaldi è piuttosto vasta e ancor oggi non completamente catalogata. I concerti per mandolino, verosimilmente, rientrano in quella parte della sua realizzazione musicale non del tutto nota al grande pubblico, ma comunque meritevole di un ascolto attento per coloro che desiderassero approfondire l'opera del compositore. Prendo spunto da un gradevole spot pubblicitario, che utilizza le note del concerto in Do maggiore RV 425, per parlare di questo CD. Tale concerto, in particolare, mette in risalto la leggerezza della composizione sulla semplice trama che caratterizza la scrittura dei primi concerti solisti del "Prete Rosso". L'opera in questione fu probabilmente scritta per Guido Bentivoglio d'Aragona, dilettante di mandolino. Tra le proprie indicazioni l'autore evidenzia come la melodia possa essere suonata nei "Tutti" orchestrali con la sezione degli archi sempre pizzicati, caratterisca del tutto innovativa per l'epoca. Il contenuto dell'album propone altri tre concerti. Il primo in Sol maggiore RV 532, riscoperto nel 1954, mostra grande maturità di scrittura e di invenzione melodica sorprendente quanto il raffinato utilizzo dei timbri orchestrali. Anche in questo caso il pizzicato funge da effimero accompagnamento a delicate melodie. Nel concerto, di indubbia ricchezza sonora, Vivaldi è molto attento all'equilibrio timbrico, affidando spesso l'accompagnamento ai soli violini. Qualora intervenga il continuo, questo è espressamente dedicato all'organo. Il concerto in Do maggiore RV 558 ebbe il ruolo conclusivo nel gran concerto offerto dall'Ospedale della Pietà, presso cui Vivaldi ricopriva il ruolo di maestro di violino, a sua Altezza il Principe Federico Cristiano di Polonia. Lo stesso Claudio Scimone, Direttore dei Solisti Veneti, definisce il concerto "una delle pietre angolari nella storia della musica". L'insieme di questa raccolta si conclude con il Concerto per mandolino, corde e clavicembalo RV 93, scritto intorno al 1730 e dedicato al Conte Wrtby di Boemia. In questo caso il mandolino è utilizzato in quanto ha la stessa altezza di registro del liuto soprano, anch'esso suonato con il plettro. Il primo movimento è una sorta di apologia del Ritmo Lombardo, inventato dallo stesso Vivaldi, mentre il largo mostra una splendida tenerezza di forma, il finale sfuma nel ritmo di una elegante e radiosa giga. L'album è una produzione del 1984, registrata presso il Teatro Olimpico di Vicenza. Alcuni ritengono che l'edizione, per quanto più che trentennale, resti un riferimento per questi "Concerti per mandolini". Personalmente mi sento di consigliarla in modo assoluto. In qualunque caso, chi preferisse affidarsi a esecuzioni più recenti, può trovare nello stesso catalogo Erato ottime versioni a opera di Europa Galante.
Recensioni
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