Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Il confine dell'oblio - Sergej Lebedev - copertina
Il confine dell'oblio - Sergej Lebedev - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 32 liste dei desideri
Il confine dell'oblio
Disponibilità in 5 giorni lavorativi
18,50 €
18,50 €
Disp. in 5 gg lavorativi
Chiudi

Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori

Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
Spedizione Gratis
18,50 €
Vai alla scheda completa
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
Spedizione Gratis
18,50 €
Vai alla scheda completa
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi
ibs
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Il confine dell'oblio - Sergej Lebedev - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Descrizione


Fin dalla nascita - anzi ancor prima - si instaura un legame segreto tra il giovane protagonista del romanzo e il vicino di casa, un anziano silenzioso e cieco che pian piano prende il posto dei due nonni morti in guerra. Su di lui girano voci e sospetti ma nessuno conosce il suo passato e nemmeno al bambino, che un po' lo teme, è dato di sapere qualcosa. Eppure quando la violenza politica scuote la Russia e i carri armati sono in strada per il golpe del 1991, il vecchio cieco sacrifica la propria vita per quella del bambino. Chi era veramente quell'uomo? Cosa aveva fatto per dover celare il proprio passato a tutti? Inizia così una lunga indagine che porterà il protagonista - prima ragazzo e poi adulto - nei vasti territori del grande Nord siberiano. Quello che trova tra miniere dimenticate, caserme ed ex gulag, è un mondo relegato nell'oblio, dove tutto ormai viene ignorato: vittime e carnefici.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2018
14 maggio 2018
360 p., Brossura
9788899911225

Voce della critica

La parola ci salverà, Lebedev contro il silenzio dei gulag

Il romanzo Il confine dell’oblio di Sergej Lebedev (360 pagine, 18,50 euro), tradotto da Rosa Mauro edito da Keller, offre alla storia occidentale un contributo destinato a permanere nella memoria collettiva: il recupero del passato insondabile del regime sovietico, dei gulag e delle efferatezze compiute nell’estremo nord della Siberia.

È un racconto che scandaglia gli episodi sottaciuti del regime e scava nell’intimo di quell’umanità che, sopravvissuta al massacro, deve ora trovare il modo per rielaborare il proprio passato e convivere con una memoria che non può più essere negata. Senza dubbio la narrazione rappresenta per l’autore il tentativo di superare il silenzio ostentato delle vecchie generazioni così come l’incomprensione delle nuove generazioni dinanzi alle interruzioni improvvise dei discorsi, agli accenni velati, alle persone scomparse. «Ci troviamo in una sorta di mitologia greca» afferma Lebedev, «dove un regno di vivi deve fare i conti con un regno dei morti, quello della Siberia più a nord». E davvero si tratta di un’Odissea, di un viaggio che prosegue a ritroso in un mondo di ombre il cui scopo è dare voce a ricordi altrimenti destinati all’oblio.

Alla negazione e all’oblio l’autore oppone uno straordinario lavoro di ricerca e di analisi interiore, ostacolato a più riprese dai responsabili della sicurezza statale, che recupera la dimensione più sfuggente ed effimera della memoria e della coscienza: «quella del ricordo che non si vuole ricordare, del ricordo del ricordo, per cui il passato si allontana, rimpicciolisce come un oggetto riflesso in due specchi posti l’uno di fronte all’altro». La storia del romanzo, afferma Lebedev, non è la storia di un giovane sulle tracce della figura enigmatica di Nonno Due, un anziano vicino di cui il protagonista intuisce il passato inconfessabile: o meglio, non è solo quella. Il confine dell’oblio è un ritratto del mondo europeo del XX secolo dove la vittima e il carnefice convivono sul palco delle grandi guerre.

«…gli uomini non morivano, ma cessavano di esistere per il presente, che continuava anche senza di loro, e ogni nuovo attimo allontanava i precedenti, quelli nei quali quella gente ancora esisteva».

Discutendo del nucleo centrale dell’opera l’autore pronuncia una frase inaspettata e quanto mai necessaria: «La figura del carnefice è fondamentale». Perché se il male «immenso, universale» non trova un volto, e al posto di quel volto subentra un vuoto che attrae il passato nel buco nero dell’oblio, significa che la grande tragedia non è mai

esistita e mai potrà trovare coscienza nei sopravvissuti. In questo senso il libro, un esempio di letteratura documentale sapientemente arricchita con i tratti tipici di un memoir, è la storia di una caccia e del suo tentativo di attribuire tratti visivi, fisici e percepibili ai responsabili di quei delitti. Una storia, dunque, un romanzo, e non un’inchiesta o un reportage giornalistico: «Mentre il reportage parla sempre di qualcun altro al di fuori di noi, quando scriviamo un romanzo parliamo sempre un po’ di noi».

C’è infatti una parte autobiografica nel racconto di questo ragazzo che decide di diventare geologo e compiere lunghi viaggi nelle terre abbandonate nel nord della Siberia, affrontando una natura meravigliosa e ostile nelle descrizioni mozzafiato della tundra e della taiga che Lebedev regala ai suoi lettori. Autobiografico è anche quel terribile sospetto che non abbandonerà mai il protagonista durante la sua lunga ricerca: l’autore svela infatti di aver scoperto, per caso, come spesso accade agli eventi più importanti della nostra vita, che un parente della sua famiglia, da lui da sempre considerata vittima del regime sovietico, aveva rivestito il ruolo di direttore di un gulag e che a causa del proprio ufficio si era reso responsabile della morte di centinaia, se non migliaia, di persone tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso.

«Stava nevicando. Il ciclone aveva disperso le goccioline di nebbia, dietro la burrasca in arrivo, ancora silenziosa e trasparente, si scorgevano le rovine di un lager; un raggio squarciò le nuvole, illuminò quei resti che sembravano inghiottire come un turbine il freddo bagliore del sole nevoso. In questo spazio di aberrazione e perdita ogni umanità è inoperante».

«Il mio viaggio è concluso, è ora di affrontare il ritorno: nella parola».

La ricerca storica assume nel romanzo di Lebedev i connotati di un viaggio, un’esperienza che prima di tutto è un viaggio nella parola e attraverso il linguaggio; come un lume, la parola illumina le ombre di un passato sepolto nella memoria di chi non ha voce e di chi, invece, ha deciso di rimanere in silenzio. Passo dopo passo una scrittura elegante e magistrale, a tratti analitica nell’indagare la lenta contaminazione del ricordo, dal tentativo di mistificazione fino alla sua totale rimozione, riporta coraggiosamente alla luce destini estromessi dalla storia umana. Non si tratta di realismo o di corrispondenza del linguaggio alla realtà: la dimensione di cui Lebedev si fa interprete è informe, senza corpo o sostanza, condivisa non solo dai vivi ma anche dai morti il cui silenzio risuona nell’anima dei sopravvissuti. «Uno dei problemi della lingua è che quando si parla

del passato c’è sempre una terza parte, un partecipante che bisogna tenere presente: il silenzio dei morti».

«Un essere privo di favella si trova unicamente al passivo, nell’indissolubile nesso di cause ed effetti. Il linguaggio può condurre l’uomo oltre i confini di questo nesso, la parola gli consente di non essere materia rassegnata che tutto accetta, a tutto si sottomette. Ma lì le persone e il luogo erano ridotti alla voce passiva, e non potevano cambiare».

Il confine dell’oblio di Sergej Lebedev è una testimonianza storica, drammatica ed estremamente coinvolgente di uno degli episodi più sanguinosi della storia e ci ricorda che la dolorosa memoria di quanto accaduto, l’accettazione profonda della nostra dimensione esistenziale, della nostra singolare esperienza chiamata a convivere con il dramma mondiale, rappresenta un atto doveroso: il venir meno del ricordo, e con esso la storia che tale ricordo tramanda, equivale a negarlo.

La parola, ancora una volta, ci salverà. «Fuori dalla lingua, non esisti».

Recensione di Silvia Gasparoni

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Informazioni e Contatti sulla Sicurezza dei Prodotti

Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.

Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore