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Testo difficile, talvolta un po’ ripetitivo, ma senz’altro illuminante su concetti filosofici per lo più sconosciuti alla nostra cultura: il mondo delle Forme immaginali, quale “luogo” di passaggio per e dal mondo terrestre, in una ciclicità che prelude alla Resurrezione. Viene illustrato il pensiero iranico che si è formato a partire da Sohravardi (XXII sec) e si è poi sviluppato fino alla scuola Shaykhita del XIX sec, in un excursus che chiarisce e dipana alcuni temi chiave dello sciismo iraniano: il mondo di Hurqalya, delle forme sottili, che racchiudono l’essenza del mondo empirico e sono però ben visibili solo all’occhio contemplativo dell’asceta, del sufi. Il testo è diviso in due parti (della stessa lunghezza): nella prima è racchiusa la sintesi storico-culturale svolta dall’autore, nella seconda è raccolta l’antologia di 11 testi di altrettanti pensatori, tra i quali gli stessi Sohravardi e Ahsa’i. Un testo consigliato a lettori davvero interessati. Stimola ulteriori approfondimenti, difficili però da reperire in italiano.
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