Costa. Doppio bersaglio

Il corpo giace supino, testa rivolta alla porta. Rivoli di sangue dalle narici e dai padiglioni auricolari, uno schizzo tra i capelli bianchi. Nessun segno di colluttazione. Non c'è più niente da fare per l'agente della Polfer di Santa Margherita Ligure, ucciso nel suo ufficio alla stazione forse da un balordo. Anche se l'indagine non è di competenza dell'Arma, per il luogotenente Dario Costa l'omicidio potrebbe essere opera di uno specialista. E poi ci sono gli strani movimenti intorno alla villa di un commerciante di diamanti, con una presunta governante il cui curriculum criminale per atti di violenza politica farebbe impallidire un terrorista. Figura da tenere presente, soprattutto ora che ha terminato la sua onorata carriera in uno scantinato milanese con quindici coltellate in corpo e il viso sfigurato. Per Costa gli eventi sono collegati, glielo dice il suo sesto senso. Tutto fa pensare a un assassino addestrato a colpire con rapidità e metodo. Tecniche da incursore. Le cose si complicano quando incrocia la pista di un enorme carico di esplosivo che porta dritta in Namibia. Ed è laggiù che, fra estremisti bianchi e mercanti di pietre preziose, lo aspettano molte sorprese. Molto brutte.