Cuore testardo

Osservo dal basso l'equilibrista appeso ad un filo e sono in tensione per lui. Chissà cosa vede dall'alto dei suoi dieci metri. Lo scrittore-equililrista sa come usare gli strumenti del mestiere ma a volte c'è il rischio che la passeggiata non sembri naturale, il passo troppo studiato. E poi c'è il messaggio che sembra scavare un solco troppo profondo invece di occultare il sentiero. Tutto procede bene, la vertigine è controllata ma la strada per arrivare alla fine è ancora lunga. Riuscirà lo scrittore a non precipitare? Tremo con lui e vorrei arrivare subito al traguardo. Poi uno sbandamento: i piedi vacillano le braccia mulinano e c'è il rischio di cadere. Un elemento della trama fa inciampare il passo e il mio sguardo segue lo sbandamento. Poi c'è la ripresa e il traguardo è raggiunto. Poteva essere un percorso netto e guadagnarsi il massimo dei voti. Applaudo con sincerità e mi chiedo se poi lo sbandamento finale non sia voluto dallo scrittore-equilibrista. In fondo lo spettacolo è stato più emozionante e si ricorderà più a lungo. E meno male che non ho letto la presentazione del libro che racconta tutta la trama. Sarebbe stato come vedere una partita sapendo il risultato finale. Bravo Nicola Cinquetti. Di lui avevo già apprezzato "La piscia della befana" e soprattutto "Di acqua e di fuoco. Lungo il fiume, verso il mare. Da soli. Insieme", un capolavoro!