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Fede la tua opinione è inqualificabile. Concordo pienamente con Carmine. Vogliamo parlare del tocco di Brad? Delle armonie che usa? Hai perfettamente ragione quando dici che per comprendere appieno la musica di Mehldau ci vogliono solide basi "classiche". Inoltre personalmente non trovo affatto negative le riletture di brani pop-rock con le quali di tanto in tanto Mehldau ci delizia specialmente quelle dei Radiohead a cui è tanto affezionato. Personalmente ritengo tali brani molto spesso geniali di per se, e ancora di piu nelle sue rivisitazioni.
Ad un ascolto superficiale Mehldau, che raramente concede spazi ad immediati saggi di virtuosismo fine a se stesso, potrebbe erroneamente indurre a considerarlo poco espressivo. La sua tecnica compositiva e pianistica, di evidente matrice "classica", disvela invece tutta la sua eloquenza ad un ascolto attento. Definirlo un mediocre pianista è certamente un'offesa all'evidenza: armonie elaboratissime, controllo assoluto delle dinamiche, una scrittura contrappuntistica cristallina, assoluta indipendenza melodica delle due mani...etc. Tutte cose che, a chi è abituato all'ascolto della musica, che per usare una terminologia inappropriata viene definita comunemente "classica", risultano più che evidenti. Anche se sporadicamente nella sua produzione inserisce riletture di brani "pop", cosa che in sè non rappresenta certo un segno di mediocrità, basta ascoltarne i risultati per fugare ogni dubbio riguardo a complessità di arrangiamenti e bravura. In questo CD in effetti le cover "pop" sono più numerose che in altri dischi, però.......! Due voglio segnalarle: "Martha my Dear" per piano solo, che ha un incipit bellissimo per complessità di scrittura e "50 ways to leave your lover". Due solamente i brani composti da Brad in quest'album ma voglio sottolineare la bellezza rarefatta di "Turtle Town". Insomma non sarà il più bell'album di Brad ma sicuramente un altro grande colpo messo a segno da questo grande musicista.
Brad Mehldau è senza alcun dubbio uno dei più grandi pianisti jazz viventi, e questo suo utltimo album è veramente fantastico. Il suo modo di attingere al repertorio pop/rock contemporaneo è personalissimo e vale molto più del semplice concetto di cover, tanto che i brani sono a volte difficilmente riconoscibili (e tra l'altro anche negli anni 40 o 50 i jazzisti facevano la stessa identica cosa senza rischiare di passare per modaioli). Il suo stile unico include da una parte tutta la storia del jazz, restituendo dall'altra un fraseggio modernissimo e fresco. Questo nuovo trio, con il significativo apporto del batterista Jeff Ballard, fa fare un salto in avanti alle sonorità di Mehldau riprendendo in un certo senso il discorso lasciato in sospeso dopo "Largo". Puntuale anche l'ennesima reinterpretazione (guai a chiamarla cover) dei Radiohead con il brano "Knives Out" che apre l'album e che è una delle tracce più significative.
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