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Ammetto di essermi lasciata attrarre dall’argomento. Thomas Mann è uno degli autori che amo di più e già era risaputo di quanta angoscia avesse provato nello scrivere la lettera di cui si parla in questo lavoro della Bohler . La scrittrice ha romanzato quei momenti di sofferenza ed inquietudine cercando di ricostruire pensieri, sentimenti, sensazioni che lo scrittore poteva aver provato. E ha anche ricomposto idealmente il rapporto con i suoi familiari ed in particolare quello con i figli, Erika in particolare. Posso dire però di aver trovato qualcosa di forzato, che mi ha dato fastidio. Pensare che Mann si fosse comportato in quel modo, avesse avuto quei pensieri, fosse infastidito dalle sue debolezze, ammetto che mi ha dato un po’ fastidio. L’ho considerato una forma di voyeurismo fuori luogo.
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