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«Per il breve tempo di questo libro, torneremo a credere alle Ninfe e al Minotauro, ai Satiri e ai Centauri, ai draghi e ai giganti, alle magie e ai prodigi. E poco importa se sono solo inganni perché, come diceva Gorgia, i più sapienti sono quelli che si lasciano ingannare.»
Oltre agli dèi e agli eroi, il mito conosce altri esseri ancora più strani e misteriosi. Creature bizzarre come le Sirene e i Ciclopi, i Centauri e i Satiri, le Sfingi e le Arpie. E poi tutta l'immensa schiera di demoni e draghi, ninfe e giganti, mostri e folletti che si annida nelle selve del mito. Figure nate dalla fantasia di un mondo che praticava la magia, usava i filtri d'amore, credeva alle apparizioni divine, alle statue piangenti, alle guarigioni miracolose. Dall'immaginazione dei greci e dei romani discendono anche i vampiri e i licantropi, le storie di fantasmi e i racconti di streghe, i viaggi sulla Luna e le spedizioni in fondo al mare. In questo libro, Giorgio Ieranò indaga il lato oscuro e irrazionale del mondo antico, raccontando le leggende arcane che sono alla radice dei nostri sogni e dei nostri incubi. Perché i demoni pagani, magari travestiti da diavoli cristiani o da personaggi del mondo fantasy, sono ancora tra noi.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Amo la mitologia greca e questo saggio è stato piacevolissimo da leggere. Sembrano delle favole ma sono le basi della cultura occidentale. Consigliatissimo
Il libro attraversa capitolo per capitolo racconti di animali e creature fantastiche presenti già nella mitologia greca antica. Prendiamo per esempio la figura dell’unicorno: nel XIII secolo Alberto Magno lo descriveva con corpo di cavallo, testa di cervo, piedi di elefante e coda di leone, ma di quest’essere, simbolo di purezza, era già presente nel V secolo a.C. un resoconto di Ctesia: era un asino selvatico con la testa rossa, gli occhi blu e un corno in fronte. La leggenda racconta l’attrazione dell’unicorno per il profumo della verginità e l’utilizzo di una fanciulla vergine per catturarlo. Il professore Ieranò ci introduce anche alla nascita dei segni zodiacali, come il Sagittario, in origine il centauro Chirone, e alle metamorfosi, come il flauto di Pan nato da una ninfa che per fuggire dal dio sarebbe stata trasformata in una canna. Lo stesso Pan sarebbe diventato la costellazione del Capricorno dopo essersi buttato in un fiume ed essere divenuto mezza capra e mezzo pesce. Viene raccontata anche la terribile vastità del mare, visto come fonte di morte per la sua rappresentazione dell’instabilità e della precarietà dell’esistenza, mentre dal Cinquecento la cultura occidentale comincia a considerarlo come fonte di vita. Inoltre si affronta la tematica del vampirismo e dell’esistenza di creature non morte, per lo più donne, che affascinavano i malcapitati per poi berne il sangue, o anche le origini dei racconti di fantasmi. Secondo i greci questi ultimi erano i corpi rimasti insepolti, quelli morti prima delle nozze senza figli e quelli morti violentemente. Anche la magia ha origini antichissime: Magos è una parola che i greci hanno ereditato dalla lingua persiana, rappresentava in questa gli esponenti di un’antica casta sacerdotale, uomini grandi, autorevoli e sapienti; significato travisato in negativo nella cultura greca e poi moderna. Esistevano formule e riti come quelli di tipo simpatetico, un esempio l’utilizzo di quelle che oggi sono le bambole vodo
Recensioni
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