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Appena finita la lettura con molta fatica. All'inizio la storia è scorrevole e sembra promettere bene. Avrei gradito una caratterizzazione più dettagliata dei personaggi per poterli immaginare rispetto alle tante e a volte ripetitive descrizioni sull'acqua e sui sensi di colpa che affliggono i protagonisti. Con l'andare avanti però la storia diventa lenta e ripetitiva, senza tenermi incollata al racconto. Mi saprei aspettata un colpo di scena verso il finale per rialzare il livello della storia dopo tutte quelle descrizioni, ma non è stato così... In compenso, lo stile con cui viene scritto il libro è molto semplice e chiaro.
Narrare una storia toccante può essere difficile, ma la difficoltà è maggiore quando la storia viene raccontata con più voci narranti e differenti punti di vista. Jules perde la sorella, con cui non aveva contatti da tanto tempo per un fatto risalente a quando erano bambine, adolescenti, e si ritrova a doversi prendere cura di una nipote, che non ha mai visto, arrabbiata e ferita per la perdita della persona più importante della sua vita. Ma non è tutto. Altre storie, altre perdite, altro dolore si intreccia, si annoda a esso come un gomitolo che non vuole saperne di sciogliersi. Pian piano si trova il filo giusto e la matassa viene sciolta lentamente, con suspence e trepidazione. Un romanza sicuramente consigliato a chi è appassionato del genere!
Dopo aver letto e apprezzato "La ragazza del treno" non mi aspettavo che l'autrice scrivesse un altro libro di pari livello. Purtroppo, però, non mi aspettavo nemmeno che arrivasse a deludermi così. Ho faticato ad apprezzare il libro fin dai primi capitoli e così è stato per quelli successivi. Mi dispiace, ma non mi son piaciuti né la trama né lo stile (più lento e pesante di quello de "La ragazza del treno"). Non consigliato.
Recensioni
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Di fronte alla porta, ho visto degli scatti del fiume, quel tratto che chiamano Stagno delle Annegate, in ogni versione possibile: bianco e ghiacciato in inverno, con le rocce scure e spoglie, oppure un’oasi di verde scintillante in estate, o grigio e increspato durante i temporali. Non sono riuscita a staccare gli occhi da quelle immagini, che si fondevano fino a formarne una sola. Mi sembrava di essere lì sul promontorio e di guardare giù, dentro l’acqua, irresistibilmente tentata dall’oblio.
A Beckford c'erano le streghe. Donne che sapevano preparare strani miscugli capaci di curare le malattie, che con il loro fascino demoniaco riuscivano a sedurre uomini molto più grandi di loro, e che incutevano timore negli abitanti del villaggio. Venivano additate, braccate, imprigionate. Venivano immerse nell'acqua del fiume per vedere se i loro corpi andavano a fondo come quelli dei comuni mortali oppure restavano a galla grazie a qualche oscuro sortilegio.
Ora le streghe a Beckford forse non ci sono più. Ma il fiume sì, quello c'è ancora. Scorre tortuoso lungo la contea del Northumberland, nel nord dell'Inghilterra, e lì, a Beckford, forma una conca tranquilla sovrastata da un alto promontorio, chiamata lo Stagno delle Annegate. Proprio lì, nel punto in cui le streghe venivano immerse nell'acqua, molte donne nel corso dei secoli hanno perso la vita. Donne deluse, infelici, che hanno sentito il richiamo di quel luogo per lasciare questo mondo.
Danielle "Nel" Abbott è sempre stata ossessionata da quelle storie, tanto da aver deciso di raccoglierle tutte in un libro. Vorrebbe dare una voce a quelle donne e indagare nelle loro vite per capire cosa le ha spinte a compiere un gesto così definitivo. Ma il libro è destinato a restare inedito, perché ora Nel è morta. La causa? Una caduta dal promontorio, dritta nell'acqua dello Stagno. Cos'è successo davvero, là in cima? Si è buttata di sua spontanea volontà? O si è trattato un incidente? Oppure qualcuno l'ha spinta?
Sua sorella Jules sa che Nel non si sarebbe mai buttata. Erano anni che non parlava con lei, che non rispondeva alle sue chiamate, che cercava di stare più lontano possibile da Beckford e dai ricordi che evocava. Ma ora deve tornare, per prendersi cura di Lena, la figlia quindicenne di Nel, e per scoprire quello che è successo davvero. Troverà una cittadina chiusa in sé stessa, dove i pochi abitanti sembrano avere tutti un segreto da nascondere e da proteggere.
Chi ha amato La ragazza del treno non può lasciarsi sfuggire questo nuovo thriller. La scrittura di Paula Hawkins scorre rapida, e dà voce a una moltitudine di personaggi pronti a raccontare la propria storia e la propria verità. Il lettore ormai sa che non si potrà fidare di nessun narratore, farà attenzione a tutti i più piccoli dettagli che potranno condurlo alla verità, scaverà tra i ricordi offuscati e distorti dei protagonisti, analizzerà ogni singola frase alla ricerca di un elemento che non torna. Come Jules, il lettore sa che Nel non si è buttata, perché “Beckford non è un luogo di suicidi. Beckford è il luogo in cui liberarsi delle donne che portano guai.” Come le streghe.
Recensione di Mauro Ciusani
«Di fronte alla porta, ho visto degli scatti del fiume, quel tratto che chiamano Stagno delle Annegate, in ogni versione possibile: bianco e ghiacciato in inverno, con le rocce scure e spoglie, oppure un’oasi di verde scintillante in estate, o grigio e increspato durante i temporali. Non sono riuscita a staccare gli occhi da quelle immagini, che si fondevano fino a formarne una sola. Mi sembrava di essere lì sul promontorio e di guardare giù, dentro l’acqua, irresistibilmente tentata dall’oblio.» (pag. 21)
Quando Julia Abbott riceve la notizia che sua sorella Nel è stata trovata sul fondo del fiume di Beckford, a nord dell’Inghilterra, la ragazza è sicura di una cosa: sua sorella non può essersi gettata. I rapporti con sua sorella si sono interrotti da anni, ma Jules sa perfettamente che sua sorella era troppo attratta da quel fiume e dalle storie di tutte le donne che, in passato, sono state ritrovate proprio in quel fiume e, in particolare, nello Stagno delle Annegate, un nome che non ha bisogno di spiegazioni.
Jules deve quindi fare qualcosa che non avrebbe mai pensato: tornare a Beckford, dove era nata e cresciuta tra mille tormenti, a causa di una mamma malata e di un peso che l’ha resa oggetto di prese in giro. Tornata a casa scoprirà che il destino di sua sorella è incredibilmente legato non solo a quello di Katie Whittaker, ma anche a quello di tutte le donne che erano state ritrovate nello Stagno delle Annegate.
«Beckford non è un luogo di suicidi. Beckford è il luogo in cui liberarsi delle donne che portano guai.» (pag. 91)
Nel suo nuovo romanzo, ritorno tanto atteso dopo il primo successo, La ragazza del treno, Paula Hawkins torna con un gradissimo thriller, che tiene incollati i lettori fino all’ultima riga: in un succedersi di vari personaggi, ciascuno dei quali ci fornisce un pezzo di questo grande puzzle, scopriamo che quello che tutti hanno sempre pensato sullo Stagno delle Annegate è sbagliato.
Veniamo a conoscenza che quello che fin’ora è stato creduto vero in realtà non lo è, che dietro le storie di paese c’è molto di più e che dietro all’inspiegabile suicidio di una ragazzina si nasconde qualcosa che potrebbe cambiare le vite di tutti. Jules dovrà lottare contro il suo vecchio paese, i suoi pilastri, i suoi sensi di colpa e Lena, figlia di Nel che sembra convinta che sua madre l’abbia abbandonata.
Lo stile della narrazione è quello che abbiamo imparato ad apprezzare con La ragazza del treno, successo da 18 milioni di copie: una narrazione pulita, precisa e piena di colpi di scena, che portano i lettori a credere in qualcosa che in realtà non è, accompagnandolo a capire la verità che si nasconde dietro quel piccolo paese e a quelle storie, raccontate per così tanti anni da diventare ormai reali.
Se avete adorato La ragazza del treno, il nuovo romanzo di Paula Hawkins, Dentro l’acqua, non potrà che lasciarvi soddisfatti e anche un po’ dispiaciuti di aver terminato la lettura così rapidamente. Perchè è praticamente impossibile staccarsi dalle pagine!
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