Deux

Per il suo terzo album su Alpha, Patricia Kopatchinskaja è accompagnata da Polina Leschenko, pianista di grande talento con un approccio ‘estremista’ alla musica come il suo. Insieme esplorano brani che hanno molti punti in comune. La violinista ungherese Jelly d’Arányi, nipote di Joseph Joachim, fu una ‘musa’ sia per Bartók sia per Ravel. Nel 1922 e 1923 eseguì per la prima volta le due sonate per violino e pianoforte di Bartók, mentre Ravel le dedicò Tzigane. Il compositore francese scriveva a Bartók: «Mi hai convinto a comporre per la nostra comune amica, che suona con tanta bravura, un pezzettino la cui diabolica difficoltà porterà in vita l’Ungheria dei miei sogni; e siccome sarà per violino, perché non la chiamiamo Tzigane?» Naturalmente la Tzigane di Patricia Kopatchinskaja, che ha suonato e ballato questa musica fin dalla sua infanzia in Moldavia, non suona come musica da salotto… Dopo un apprezzatissimo recital alla Wigmore Hall nel 2017, scriveva il Financial Times: «In un’altra vita, Patricia Kopatchinskaja potrebbe essere stata una rock star. Questa è una violinista che ama prendersi dei rischi… Ma il premio finale valeva l’attesa: un epilogo d’una forza straordinaria.» La Sonata di Debussy, con le sue influenze arabe e giavanesi, completa questo viaggio, insieme ad un pezzo per pianoforte solo di Dohnányi, il Valse Coppélia da Léo Delibes, un altro simbolo delle relazioni tra Francia e Ungheria.
L'edizione include:
Béla Bartók, Violin Sonata No. 2, BB 85, Sz. 76
Clémont Philibert Léo Delibes, Coppelia
Francis Poulenc, Violin Sonata, FP 119
Maurice Ravel, Tzigane
Ernö Dohnányi, Coppélia Waltz