Dracula

Forse l'edizione italiana migliore di questo classico della letteratura horror "pura", arricchita con un prezioso contributo introduttivo di Tommaso Pincio. Ho trovato eccellente anche la traduzione a quattro mani di Irving e De Luca, che rispetta il testo originale senza snaturarlo e che offre spesso approfondimenti attraverso le note, permettendo di entrar meglio nella storia e nel contesto storico e culturale in cui Stoker ha scritto il romanzo. Sulla storia in sé non aggiungo molto a quanto sia stato già detto: un vero e proprio capolavoro, capace di condensare alla perfezione diversi stili narrativi senza risultare pomposo. Un vero gioiello della letteratura europea.

Libro eccellente! Trama avvincente, si legge d’un fiato. Le tematiche trattate sono diverse, nonostante il clima horror suggestivo, ma certamente si possono identificare alcuni cardini portanti: forse Stoker è stato il primo a tematizzare un ruolo più attivo della donna, data la centralità della protagonista; il tema del male e della purezza, nel quale rientra la figura di Dracula e della medesima protagonista; il sacro e le modalità con cui si presenta e manifesta nella realtà; come il modo in cui il male stesso possa essere affrontato e sconfitto – peculiare è il modo in cui vengono condivise le informazioni tra i vari personaggi; il progresso scientifico e l’irrazionalità della magia, ma al contempo una vicenda sostenuta da una speranza e da una fede che con vacilla di fronte alle avversità della vita, fonte grazia che va oltre un moralismo darwiniano per il quale il forte deve prevalere sul debole. Consigliatissimo.

Condivido in pieno l'opinione su quest'opera e su Stoker che Lovecraft scrisse nel suo famoso saggio "L'orrore soprannaturale in letteratura". La prima metà di Dracula è davvero eccellente, mentre la seconda scade in eccessivi romanticismi che guastano l'atmosfera del romanzo. Mentre su Stoker, penso, come scrisse il genio di Providence, che oltre questa importante opera e qualche buon racconto horror, gli altri suoi romanzi denotano pochezza di stile e banalità nelle trame come nel romanzo "La tana del serpente bianco".