Durata e simultaneità - Henri Bergson - copertina
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Durata e simultaneità
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Descrizione


"Durata e simultaneità" è l'opera in cui Henri Bergson discute i presupposti e gli esiti della teoria della relatività. La questione riguarda il tempo, che dopo la grande rivoluzione teorica formulata da Einstein, sembra dover rinunciare alla propria unità e indivisibilità. Ma per il filosofo le cose devono essere affrontate nella loro concretezza. E la concretezza del tempo, per Bergson, non sta affatto nella sua misura, ma nella sua durata. Ancora oggi attualissimo, questo testo è una delle testimonianze fondamentali del modo in cui scienza e filosofia possono confrontarsi e scontrarsi su un terreno comune e rivelare così la natura dei propri metodi e il senso del proprio lavoro.

Dettagli

1 luglio 2004
Libro universitario
XXI-220 p., Brossura
9788870789157

Valutazioni e recensioni

  • Romana Giaffei

    In quest'opera, pubblicata nel 1922, il filosofo francese Henri Bergson sottopone ad un giudizio critico la Teoria della Relatività di Albert Einstein certamente non per contestarla ma per evidenziarne ambiguità ed equivoci; l'autore pertanto, analizzando aspetti scientifici e tecnici propri della fisica, invade un campo specialistico nel quale commette, sicuramente in buona fede, anche qualche imperdonabile errore. Il saggio, che si articola su diversi livelli e registri, con una contaminazione "dagli effetti talvolta metodologicamente spaesanti", come sottolinea Fabio Polidori nell'accurata Introduzione, indaga fondamentalmente sulla "natura del tempo" ( cap. III ). Bergson ( che coglie l'occasione per ribadire tesi già elaborate nel Saggio sui dati immediati della coscienza, del 1889, e nell'Evoluzione creatrice, del 1907 ) sostiene che il tempo, in quanto "oggetto scientifico", può essere ovviamente misurabile; aggiunge altresì, con opportune delucidazioni, che mentre il tempo della scienza è "fittizio" ossia convenzionale e simbolico ( dal momento che il criterio di verità oggettiva consiste solo nella misura ) il tempo "reale", invece, è quello vissuto e percepito, nel suo fluire e nella sua durata, dalla nostra coscienza ed è perciò paragonabile all'avvolgersi di un gomitolo. In quanto "oggetto della nostra esperienza", il tempo è, per il filosofo, un elemento "misto" : è insieme qualità e quantità. Bergson sottolinea in particolare che la dimensione simbolica, espressa dalle formule della fisica, non si affianca a quella reale ma ne è contenuta e ne dipende. Il dibattito originato da questo "piccolo libro" rimane comunque ancora aperto: filosofia e scienza possono considerarsi complementari o sono inconciliabili ? Nell'edizione di Raffaello Cortina, oltre ai sei capitoli nei quali si dispiegano le disquisizioni bergsoniane, sono comprese varie "Appendici" tra cui, ad esempio, "Il viaggio sulla palla di cannone"; inoltre nella sezione "Altri testi" è riportato anche il famoso intervento di Albert Einstein che pone la questione nei seguenti termini : "Il tempo del filosofo è il medesimo tempo del fisico ?" ( p. 198 )

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