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Anno edizione: 2013
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Electric Ladyland è il terzo e ultimo album del gruppo The Jimi Hendrix Experience, pubblicato nel 1968. Secondo alcuni si tratta del miglior lavoro di Hendrix; l'album annovera, fra i suoi brani più celebri, Crosstown Traffic, Voodoo Child (Slight Return), e la cover di All Along the Watchtower, di Bob Dylan.Jimi Hendrix iniziò a lavorare all'album negli studi Record Plant Studios, a New York e successivamente anche a Londra negli Olympic Studios. Diedero una mano nella realizzazione dell'album anche Eddie Kramer e Gary Kellgren, due degli ingegneri del suono preferiti del chitarrista. Nell'intenzione di produrre un capolavoro, Hendrix trascorse gran parte del tempo negli studi, invitando amici e conoscenti alle sessioni. Ciò non fece altro che irritare Chas Chandler, che odiava passare troppo tempo in sala di registrazione, e dava la colpa della lentezza con cui procedevano le sedute proprio alla presenza di questi "ospiti". Dopo vari litigi il produttore, manager e mentore Chas Chandler abbandona Hendrix nel maggio del 1968. Chandler in seguito affermò che le continue richieste da parte di Jimi di ripetere più e più volte le canzoni, combinata con i problemi di droga di Hendrix, lo portarono a vendere la sua quota di management al socio Michael Jeffery. Per comprendere la maniacale ossessione di Hendrix nel registrare il disco perfetto, basti pensare che lui e Mitchell registrarono più di 50 versioni di Gypsy Eyes durante tre sessioni in studio e che fosse insoddisfatto del suo timbro vocale. Il disco vede la partecipazione di diversi musicisti quali Chris Wood e Steve Winwood dei Traffic, il futuro batterista dei Band of Gypsys Buddy Miles, il bassista dei Jefferson Airplane Jack Casady e l'ex organista di Bob Dylan, Al Kooper. Anche il rapporto con Noel Redding si affievolì, infatti la sua partecipazione alla produzione dell'album fu ridotta al minimo, addirittura nella traccia 1983..., è Hendrix stesso a suonare il basso, soppiantando Redding.
Che dire, veramente stupendo.\nDa avere assolutamente
La consacrazione del mito. L'opera definitiva del chitarrista americano (e della sua band). Apice assoluto e summa artistica nella breve carriera del genio di Seattle. Ristampa indispensabile di un classico del rock, da avere e da amare. Senza remore.
Recensioni
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